Natale è passato da tempo, ma per la Santa Epifania, invece di parlare della vecchietta che reca il carbone ai più meritevoli e onesti (in Italia solo questo può accadere) rivolgiamo lo sguardo a un’altra anziana signora che preferibilmente vola non a cavallo di una scopa, ma di vari palmipedi. Uno di questi potrebbe essere un indiretto ispiratore di Donald Duck.
Forse questo e altri bozzetti di paperi con divisa e berretto potrebbero essere stati di stimo a Ferdinand H. Horvath nell’abbozzare il primo Paolino Paperino, nel remoto 1934.
La sorpresa proviene da una rivista natalizia di tanto tempo fa, quella di cui ci parla Emi-chan commentando questo post.
“(…) mi fa piacere che venga ricordato il St. Nicholas Magazine, la perla dei periodici americani per bambini e ragazzi! Non mi risulta che gli apporti redazionali fossero inglesi, anzi, almeno fino al 1905 (anno della dipartita della direttrice editoriale Mary Mapes Dodge, autrice di “Pattini d’argento”) la rivista si caratterizzava proprio per il suo essere scritta da autori americani – o residenti in America – per bambini americani: in essa vennero pubblicati per la prima volta Il Piccolo Lord e Sara Crewe (prototipo de La piccola Principessa) di Francis Hodgson Burnett, la maggior parte dei romanzi e racconti di Louisa May Alcott (una delle collaboratrici più attive), i Libri della Giungla di Rudyard Kipling e Tom Sawyer all’estero di Mark Twain, solo per citare alcuni nomi.
“Tra i piccoli vincitori del concorso annuale di racconti riservati ai lettori c’è anche Scott Fitzgerald.
“Pur essendo stato, come ho scritto, concepito per i bambini americani, St. Nicholas aveva anche una piccola schiera di lettori europei (evidentemente anglofoni): è celebre la lettera di due ragazzine russe (!) che chiedevano nuovi racconti della “Signorina Alcott” e descrivevano il loro sogno di “andare in America, perché gli Americani sembrano molto felici…”
Ebbene, proprio nella tavola di un numero natalizio di questa rivista compare il papero ben vestito e con berrettino riprodotto, in grande, in apertura di post. Siamo nel dicembre 1910, ormai oltre cent’anni fa.
Naturalmente, Mamma Oca è un personaggio estremamente popolare e raffigurato (sopra la sua anatrona) anche al di fuori di questa rivista dedicata a San Nicola.
Eccone alcuni esempi.
Ovviamente, tutti ricordano l’eccezionale serie di Mike Peters Mother Goose & Grimm, poi divenuta più famosa come Grimmy. Esempio sotto.
Peters è, IMHO, un grande umorista, che spesso ricorre alle citazioni di fumetti anche nelle sue vignette di attualità sociopolitica.
Ecco, sotto, l’orfanella Annie con un nuovo miliardario: il direttore di Playboy H. Hefner.
Sostituite il presidente del Consiglio italiano a Hefner e (per esempio) Piccola Eva a Annie e avrete una nuova vignetta italica abbastanza adatta allo Stivale. A parte che in Italia, in realtà, non si parla di nozze…
Chi ha un po’ di tempo può visionare, anche ampliando il minusco schermo che fornisco sotto, questo capolavoro con Stan Laurel e Oliver Hardy, nel quale Mamma Oca fa la sua apparizione in apertura, duramnte la presentazione dei principali interpreti della pellicola. Fra questi ci sono anche i disneyani Tre Porcellini e… Topolino, interpretato da una scimmia camuffata abilmente per assumere le sembianze del buon Mickey. Lo si vede anche in apertura, mentre colpisce sulla testa il gatto col violino.
Sono ben 77 minuti in tutto.
Il film è comparso, con tagli e frattaglie, nel corso dei decenni anche sotto altri titoli, in lingua inglese e non. Forse il più popolare fra questi è “La marcia dei soldatini di legno”, in onore alla scena di chiusura, davvero indimenticabile, per goffaggine, stranezza ed esilaranza (tutto sommato).
Mamma Oca compare anche in questo cortometraggio con Little Audrey, veicolato dalla Paramount nei cinema, che si avvale dell’apporto del gigante del cartooning Bill Tytla (responsabile del domone Chernobog nella Notte sul Monte Calvo in Fantasia, 1940) e ridotto a ruoli marginali o comunque inferiori alle sue possibilità, perché… il mondo è credele. Abbiamo perso questo genio nel 1968.
Il cortometraggio s’intitola Goofy Goofy Gander, e ha debuttato nelle sale il 18 agosto 1950.
E, a notte, una bella festa epifànica con Annie (Fanny)!