Cosa si può leggere nel ricchissimo catalogo della mostra più ampia dedicata a Giorgio Cavazzano, della quale abbiamo parlato (fra l’altro) anche qui?
Testi prestigiosi redatti da Vincenzo Mollica, Sergio Bonelli, Valentina De Poli, Tito Faraci, Francesco Verni, Roberto Cappelletto.
IL MAESTRO DI MIRANO
Roberto Cappelletto
Sindaco di Mirano, Professore di Finanza aziendale.
Erano anni che corteggiavo Giorgio Cavazzano. Un interesse, sia chiaro, tutto artistico e che ha da sempre come obiettivo sognato una grande mostra dei suoi fumetti nella mia e sua città.
Una delle cose che accomuna me e il Maestro di Topolino è l’amore per Mirano. Entrambi ci viviamo da tanti anni, io sono diventato Sindaco della città e lui ha contribuito, con mille iniziative differenti, a rendere unico questo posto: le sue idee, le manifestazioni per cui si è reso partecipe, la sua sincera disponibilità verso tutte le proposte che potevano coinvolgerlo e, soprattutto, il fatto di aver portato in tutto il Mondo il nome della città che vive, abita e onora con la sua arte.
Quando leggo nei molti articoli e saggi che si occupano di Giorgio Cavazzano, l’epiteto di “Maestro di Mirano”, non posso che esserne fiero, orgoglioso e riconoscente. Per restituire a Giorgio Cavazzano un po’ di tutto quello che ha regalato alla città, ho voluto che proprio a Mirano fosse realizzata la più grande mostra sulla sua arte. Per la prima volta per una sola personale, tre monumenti come la barchessa e la villa Giustinian Morosini e il Castelletto di Mirano, vivranno dal 27 agosto al 19 ottobre dell’arte di Giorgio Cavazzano. Un mondo di fumetti in cui è bello perdersi e sognare, che va dal cinema di Topolino all’austera Londra di Dylan Dog, dalla coppia scalcinata di Altai & Jonson alla rete dell’Uomo Ragno, dai colori del Gioco dell’Oca a i grandi quadri di tema disneyano.
Dopo tanti anni di corteggiamento e di ammirazione sincera per il grande lavoro del Maestro di Mirano, oggi prende vita la personale “Tutto Cavazzano”. Per questo devo ringraziare Giorgio: per aver onorato la Città di Mirano scegliendo di allestire qui la sua personale e per tutto quello che ha fatto e farà per rendere la nostra città migliore.
IL FUMETTISMO
Vincenzo Mollica
Scrittore e giornalista Rai
Considero Giorgio Cavazzano un grande pittore, di quelli che ancora la storia dell’arte ufficiale non contempla, ma contemplerà presto quando si accorgerà che per più di un secolo hanno operato artisti che hanno realizzato opere fatte di parole e immagini, amorevolmente catalogate sotto la parola fumetto da grandi e piccini di tutto il mondo.
Cavazzano in questa storia dell’arte che verrà avrà sicuramente un capitolo importante per il suo talento puro, la sua versatilità, il suo segno capace di creare emozioni. Tutto quello che immagina lo trasforma in disegno, con un sapiente uso della luce, del colore e una forza evocativa rara. La pittura, del resto, che cosa è se non questo riuscire a trasformare in arte tutto quello che vediamo o immaginiamo con gli occhi della mente e del cuore.
Se ci pensiamo bene sono molti i quadri del novecento che possiamo considerare fumettistici e molte le tavole dei fumetti che possiamo considerare pittoriche. I tromboni della cultura hanno messo un inutile confine tra pittura e fumetto, fastidioso e anacronistico. Perché il fumetto altro non è che una delle tante possibili evoluzioni della pittura.
Tutto questo vive nell’arte di Cavazzano con grande naturalezza e libertà, dono che appartiene solo ai veri artisti. Non è un caso che la Disney abbia concesso a Cavazzano, unico artista al mondo dopo Carl Barks, la possibilità di utilizzare i personaggi disneyani per creare delle composizioni pittoriche.
Provate a guardare le opere di questo meraviglioso artista con lo sguardo della pittura, provate ad immaginare le sue vignette come se fossero dei quadri ridotti, che aspettano solo di essere ingranditi per entrare in un museo degno di loro.
Mi piacerebbe che un giorno e sono sicuro che accadrà, si facesse una grande mostra scegliendo i disegni più belli che il maestro Cavazzano ha seminato in centinaia di storie, grazie alla sua lunga e straordinaria carriera. Il risultato sarebbe straordinario, un vero regalo simile ad un’esplosione di emozioni. E magari un critico d’arte, svegliandosi dal suo insaziabile torpore, scoprirebbe che nel secolo che ci ha lasciato e in quello che ci ha preso oltre al futurismo, al cubismo, all’astrattismo, al dadaismo è esistito anche il fumettismo, avanguardia storica ancora in piena attività, di cui Giorgio Cavazzano è uno degli astri più appassionanti e luminosi.
LA SUA CITTA’
Valentina De Poli
Direttore de Topolino
Non mi stancherò mai di ripeterlo, non perché sia a corto di idee, ma più semplicemente perché è la pura verità: il vero privilegio come direttore del settimanale a fumetti più famoso d’Italia è quello di aver annullato tutti i gradi di separazione da un artista come Giorgio Cavazzano. Quando sei cresciuta, come nel mio caso, imparando a memoria tutti i particolari delle vignette delle sue tavole a fumetti dedicate ai personaggi Disney, be’… provate solo a immaginare cosa può significare per me aver contribuito alla nascita di un capolavoro come “La Vera Storia di Novecento”! Ma anche avere l’onore di scrivere queste righe è un’emozione impagabile e unica che conserverò gelosamente tra le cose belle.
La stessa qualità di sentimenti che proverete voi ammirando le tavole esposte in questa mostra alla quale, se possibile, si aggiunge un valore in più regalato dal luogo in cui è allestita. Mirano, la città dove prendono vita i disegni di Giorgio, tra cui anche quelli che arrivano in redazione protetti da una grande busta, e quando la apriamo lo facciamo sempre con il respiro sospeso.
Nelle sue tavole c’è sempre – impalpabile, ma si sente – un po’ dell’atmosfera che Giorgio respira e osserva, quella della sua città. Quindi, grazie Mirano. E grazie Giorgio che continui a farci sognare, ma anche a rendere reali sogni arditi e meravigliosi come quello di fare incontrare cinema e fumetto.
IN ATTESA DEL “SUO” TEX…
Sergio Bonelli
Direttore generale Sergio Bonelli Editore
Purtroppo, non saprei proprio dirvi da quanto tempo io conosca Giorgio Cavazzano. Certamente, non è da ieri, ma, al contrario, saranno passati almeno una ventina d’anni… e, per dire il vero, non si è trattato neanche di un incontro tra fumettari. Stava suonando la chitarra, Giorgio, quella sera a Treviso, a conclusione di un’interessante mostra, e la suonava talmente bene da farmi dimenticare che mi trovavo di fronte a una delle più importanti “matite” del mondo dei fumetti.
Me ne sarei, comunque, ricordato il giorno dopo e, da quel momento, io diedi inizio a una sorta di persecuzione nei suoi riguardi, per mezzo della quale, fino a poco tempo fa, ho cercato di indurlo a compiere il “grande salto”, ed eseguire per me una storia seriamente “bonelliana”, se non addirittura un episodio di Tex. Già, perché io, a quell’epoca, ero ostinatamente convinto che il Disney Veneziano, con quella sua facilità di tratto, avrebbe potuto, senza tanta fatica, mutare il suo stile e, dimenticando il comico e il grottesco, trasformarsi in un ammirato disegnatore realistico.
Di tanto in tanto, sembrava a sua volta convinto, il nostro Giorgio, ma, inesorabilmente, veniva colto da qualche dubbio, e lo “storico” tentativo fu sempre rimandato, al punto che io, scoraggiato, dovetti darmi per vinto.
Niente di grave, intendiamoci bene, visto che, tutto sommato, nella mia carriera professionale avevo subìto ben altre delusioni…
Di conseguenza, la varietà dei temi proposti dalla nostra Casa editrice mi permise di parafrasare ironicamente la fatidica frase: “Se la Montagna non va da Maometto, sarà Maometto a prendersi la briga di andare fino alla montagna!”.
Ecco dunque che, nel 1998 e nel 1999, contravvenendo alla mia tradizionale ritrosia a pubblicare fumetti comici, mi sono concesso di stupire i nostri lettori. E ho presentato addirittura un paio di albi (“La città” e “Maledetta galassia!”) che, udite udite, vedevano appaiati due dei più riconosciuti talenti comici italiani: il primo, coinvolto nelle insolite vesti di sceneggiatore, era Franco Bonvicini, il secondo proprio lui, il mio irraggiungibile, mancato autore di Tex.
Ne uscirono due opere totalmente diverse: “La città” proponeva una vicenda fatta di atmosfere ironiche, talvolta malinconiche e persino poetiche; “Maledetta galassia!” si snoda con toni fantascientifici neanche tanto lontani da quelli che si potrebbero trovare in un episodio del nostro “Nathan Never”.
Una dozzina di anni dopo, fu proprio il ricordo di quella fortunata esperienza a suggerire al curatore di Dylan Dog, Mauro Marcheselli, l’idea di offrire al pubblico una serie di brevi storie di Dylan Dog che, affidate a quattro campioni dell’umorismo disegnato, dovevano proporre una nuova “lettura” di un personaggio abitualmente coinvolto in tematiche horror.
Fra questi Magnifici Quattro non poteva mancare lui, Giorgio Cavazzano che – forte della complicità già precedentemente sperimentata con lo sceneggiatore Tito Faraci – è riuscito, in poche pagine, a centrare perfettamente l’obiettivo. Una buona occasione, quindi, per i lettori, ma, soprattutto, per me, che ho avuto così modo di rinvigorire l’amicizia che mi lega a Cavazzano, grazie alle sue frequenti visite in redazione.
Peccato, però, che, in questi frangenti, Giorgio si dimentichi sempre di portare la chitarra…
LEZIONI DI REALTÀ
Tito Faraci
Sceneggiatore
Troppo spesso si parla di fumetto umoristico in contrapposizione a quello realistico. Come se raccontando una storia capace di divertire, usando i registri dell’ironia e della comicità, bisognasse necessariamente chiudere la realtà fuori dalla porta.
Eppure, da sempre, geniali narratori hanno saputo descrivere il proprio mondo, la propria epoca, anche facendo ridere. L’hanno fatto (cito a casaccio) Shakespeare, Molière, Goldoni, Mark Twain, Charles Dickens, Charlie Chaplin, Woody Allen… e anche Carl Barks e Floyd Gottfredson, che hanno usato come personaggi paperi e topi così simili a noi. Così, appunto, reali.
L’umorismo funziona quando diventa uno sguardo sul mondo. Quando riflette la nostra vita, e ci fa riflettere su di essa.
Io questa cosa l’ho imparata da Giorgio Cavazzano. Be’, per la verità ho imparato tantissime cose. Pero di questa non ho mai parlato. Ora, finalmente, posso rimediare.
Sin dalla prima storia che abbiamo fatto insieme – e ancora oggi, dopo tanti anni e tante altre storie, mi emoziono all’idea di poter lavorare con Giorgio Cavazzano: sembra un sogno, da cui vi prego di non risvegliarmi – mi sono reso conto di quanta importanza e peso avesse la realtà in quei meravigliosi disegni.
Se un personaggio entra in un bar, per esempio, Giorgio vuole sapere che genere di bar è. Non si accontenta di sapere che è un bar. Perché ci sono bar e bar…
Allora, qual è la clientela? E il barista, che tipo è? Come è fatto il bancone? Ci sono anche tavoli da biliardo, forse? Qualcuno gioca a carte? Fuori si vede la strada? E che strada è?
Giorgio si pone tutte queste domande e trova anche tutte le risposte, quando non sono in sceneggiatura.
Il suo è un mondo solido, credibile. Si ha la sensazione, anzi, l’assoluta certezza che un’auto disegnata da lui possa davvero marciare. Che un telefono funzioni. Che dentro una tazza ci sia caffè caldo e lungo (se siamo in America).
Alla base di questo, stanno un enorme lavoro di documentazione, un’insaziabile curiosità e una straordinaria capacità di osservazione. Il risultato è che una storia disegnata da Giorgio Cavazzano è una storia vera. Una storia a cui il lettore è disposto a credere. E veri, reali sono anche i sentimenti, le espressioni e i comportamenti dei personaggi. Paperi e topi, ma non solo.
Con Giorgio Cavazzano ho esplorato altri mondi, fuori dall’universo disneyano. Abbiamo fatto insieme, tra tante cose, anche una storia di Diabolik, una dell’Uomo Ragno e una di Dylan Dog. Avremmo dovuto sentirci fuori casa, arrivando dal fumetto umoristico. Ma non è stato così.
Non abbiamo dovuto varcare nessuno confine, perché per noi quel confine fra umorismo e realismo non è mai esistito.
Questo io lo devo a Giorgio. Senza di lui, probabilmente me ne sarei rimasto confinato in un solo genere, in un solo tipo di storie. Non gli sarò mai abbastanza grato. Anche se ogni tanto mi obbliga a fare gli straordinari. Per esempio quando mi ha spedito sul Tamigi a visitare un certo incrociatore della marina militare, ormeggiato lì, per ambientarci dentro la storia di Dylan. Qualcuno mi ha chiesto come mi sono inventato quella nave piena di manichini. Semplicemente, non l’ho inventata.
(QUASI) TUTTO CAVAZZANO
Francesco Verni
Giornalista e Curatore della mostra
“Tutto Cavazzano”. Il titolo è una, piccola, bugia; o meglio, una mezza verità. Mettiamo subito in chiaro che la mostra che si potrà vedere a Mirano dal 27 agosto al 19 ottobre è la più grande, più completa e più ricca esposizione mai realizzata sulle opere di Giorgio Cavazzano.
Ma per ospitare TUTTE le opere del Maestro di Mirano non basterebbero neppure i più grandi musei al mondo. Produzione vastissima, qualità incommensurabile: è questo quello che fa di Cavazzano un marziano della Nona Arte.
Per una volta nella storia, la sua città, Mirano, ha voluto sfatare l’adagio “Nemo propheta in patria”, regalando la mostra “Tutto Cavazzano”, in cui se non proprio “tutto”, si può capire “molto” di questo Maestro del fumetto.
Qualcosa come 423 opere (sì, 423!) divise in tre sedi espositive nel cuore verde della città, tra il Belvedere di villa Erizzo e il parco della villa Giustinian Morosini.
La barchessa di villa Giustinian Morosini vivrà delle sue storie Disney che ruotano attorno al tema del cinema. L’anteprima assoluta sarà per Segreti in bella mostra, dedicata alla Mostra del Cinema di Venezia, che uscirà su Topolino la settimana successiva all’inaugurazione. Poi il debutto di Vincenzo Paperica nell’Oscar del Centenario guiderà il pubblico alla scoperta di tre classici della storia del fumetto, non solo disneyana: Casablanca, La strada e Novecento. Pane per gli occhi, capolavori assoluti.
A proposito di capolavori, la barchessa ospiterà anche un’accurata selezione dei quadri ad acrilico, di tema disneyano, realizzati dal Maestro di Mirano: gioielli preziosi da sindrome di Stendhal.
Pochi passi nel cortile ci ritroviamo in villa Giustinian Morosini. Il primo piano è dedicato a quelle storie che hanno fatto sognare i bambini di mezzo Mondo, dalle avventure di Pif ai viaggi spaziali di Timoty Titan, dai Cuccioli a Basil l’investigatopo, da Jungle Bungle (con Sergio Aragonés) al leone, sempre sorridente, Eldoleo.
Esposte per la prima volta in maniera consistente anche le vignette di fine secolo di Millennium Gags e quelle coloratissime di Foggy, draghetto testimonial di Abacus. Una gioia per i più piccoli (ma tanto divertimento anche per i grandicelli) le illustrazioni di Il coccodrillo come fa, Johnny Bassotto, Popoff e Furia accompagnamento visivo alle mitiche canzoni dell’infanzia.
Qualche scalino e il primo piano di villa Giustinian Morosini ospita tavole, disegni preparatori, copertine e illustrazioni del mondo inventato o indagato da Cavazzano. Per “inventato” intendo tutti quei personaggi a cui il disegnatore ha dato vita e forma, Oscar e Tango, Smalto e Jonny, Walkie & Talkie, Smalto e Altai & Jonson, i racconti “americani” del baffuto cacciatore di castori Capitan Rogers e di Silas Finn, senza dimenticare le ammiccanti tavole di Big Bazoom, i poliziotti di Jungle Town e le storie sceneggiate da Bonvi: La città e Maledetta galassia!.
Con il termine “indagato” mi riferisco a tutti quei personaggi del fumetto a cui Giorgio Cavazzano ha saputo dare un’inedita personalità, da Ken Parker a Martin Mystère, da Diabolik agli eroi Marvel come Hulk, Il Punitore e l’Uomo Ragno.
Un altro eroe, Dylan Dog, al momento ha trovato casa al Castelletto di Mirano: tra la torre e le grotte, l’indagatore dell’incubo vive nella storia Manichini.
“Tutto Cavazzano”? No, non è possibile. Ma ce ne è abbastanza per un lungo, emozionante, viaggio nell’arte di un Maestro, inimitabile (anche se imitatissimo) e unico come Giorgio.