Mentre conoscevo piuttosto bene Magnus (Roberto Raviola), frequentato in varie occasioni della sua attività artistica, negli anni Ottanta, ho conosciuto Maria Grazia Perini (foto a destra) solo all’inizio della seconda metà di quel decennio, quando da direttrice di Snoopy aveva fatto salire alle stelle le vendite di quel mensile per ragazzi, alla Rizzoli, in seguito a sue coraggiose iniziative di taglio ecologico, che avrebbero anche fatto scuola presso redazioni concorrenti.
Fu un incontro di una mattinata, una cosa fuggevole, che sarebbe servito a far partecipare il mensile (che aveva anche il nerito di aver coinvolto Franco Matticchio e Stefano Bartezzaghi in una parata di divertenti pagine-gioco e aver fatto scoprire ai lettori più giovani le meraviglie di Calvin & Hobbes, di Bill Watterson) a una rassegna fumettistico-ecologica che si teneva alla fine di quel remoto decennio, e che sarebbe defunta subito dopo. Tra parentesi, a rompere il ghiaccio in quella rassegna fu Guido Silvestri–Silver, che aveva da non molto lasciato la condirezione di Eureka con Alfredo Castelli: vinse la prima edizione della rassegna, nella Penisola Sorrentina, in un clima strapaesano inusuale ma denso di collaboratività.
In un altro momento, e in altra sede, Magnus rispose con un risolino evasivo davanti all’illazione che si fosse ispirato un po’ a lei per tratteggiare la figura della dottoressa Frieda Boher nella sua rinomata serie Necron.
Più sotto, li vediamo entrambi. Mentre immediatamente a seguire riemerge dai flutti del passato una locandina pubblicitaria di Snoopy, con l’indicazione dei gadget che la rivista allegava.
Un momento un po’ “spinoso” nelle relazioni fra i due collaborati che erano stati colleghi, presso l’Editoriale Corno, fu quando, da lettori, apprendemmo (io e vari amici e fans di Alan Ford e della coppia Magnus & Bunker in generale) il contenuto sgradevole del purtroppo celebrebe editoriale del n. 77 del pocket.
Personalmente facevo fatica a credere che fosse farina del sacco della sensibile MGP.
Pensai che fosse comunque stato pilotato dalla casa editrice, che dava il benservito (disogna dire “in malo modo”) a uno dei maggiori collaboratori della stessa, uno degli uomini sulla cui produzione (e produttività) aveva basato la sua fortuna.
Adesso, in questo forum di FaceBook dal quale si apprendono altre cose sgradevoli, che potremmmo definire “miserie da dimenticare” (e alle quali non voglio dare la minima pubblicità, ritenendole frutto di tristi incidenti da valutarsi in altri sedi istituzionali) troviamo, un visibilio di lustri dopo, la verità.
Maria Grazia Perini non aveva mai scritto quel testo, dove si diceva che Magnus aveva lasciato la casa editrice per andare a disegnare fumetti… sconvenienti; dallo stile lessical-grammaticale in esso sfoggiato, peraltro, non era difficile risalire al suo vero autore.
Adesso i conti tornano.
Cito le parole dell’interessata:
“Un’ultima cosa: disconosco la maternità dell’editoriale apparso sul n. 77
di Alan Ford in cui si comunicava l’uscita di Magnus dallo staff della testata.
“Penso basti confrontare lo stile di scrittura e la sintassi usati da me nei miei articoli su Eureka, nelle varie poste e redazionali, per capire che non è farina del mio sacco.
“E, soprattutto, la mia profonda amicizia con Magnus, l’affetto e la stima che mi legava-
no a lui (e che continuarono in seguito) mi avrebbero impedito di scrivere quel testo. Chi ne fu l’autore? Indovinello facile da risolvere…”
E ancora, in un altro intervento:
“Una cosa è certa: quando lo vidi pubblicato, non ritenni di intervenire nel numero successivo per rispetto nei confronti della scuderia (leggi Andrea Corno) e quindi peferii lavarare i panni sporchi in casa. Naturalmente spiegai la situazione a Magnus di cui continuai a restare amica.”
Sopra, una bella pin-up di Emanuela Lupacchino, fumettista apprezzata da MGP!
LINK CORRELATI:
KRIMINAL NELLE EDICOLE ITALIANE. E IN FRANCIA?
ALAN FORD INTEGRALE IN EDICOLA!
MAGNUS, OVVERO “BOB LA VOLPE”, DIEGO E IL “LITTERING”
DYLAN DOG E ALAN FORD (MA NON SOLO!) A REGGIO EMILIA
IL BINOMIO MAGNUS E CASTEL DEL RIO
LE MOLTE BRUTTE PAROLE DI MAX BUNKER
… e molti altri!