Chi, tempo fa, chiedeva chi fosse Piccolo Boy, è servito!
In questo post ne vediamo alcune tavole, disegnate dall’amico Massimo Liorni, il quale si autoritrae (vedendosi attraverso il plettro della fantasia) all’interno del suo studio.
Questo episodio, in realtà, costituisce un’eccezione.
Piccolo Boy è soprattutto il testimonial “muto” di uno degli albi a fumetti più piccoli della storia del fumetto italiano, pubblicato dalla casa editrice e Tipolitografia Adriana fra il 1959 e il 1960.
Nei fumetti, il personaggino non compare, o quasi; più facilmente è presente come testimonial di giochi, tavole sciolte, che poi saranno riprese e replicate anche all’estero in vari contesti. Liorni, talvolta, lo disegna più “grassotto” e piccolo di età, riprendendone il nodello allo Spike della testata Sugar and Spike, divertente (e sottovalutato) comic book di Sheldon Mayer.
Lo splash panel della storia riprodotta parzialissimamente in questo post deriva da una pubblicazione speciale (piuttosto difficile da rintracciare) uscita in occasione della Pasqua 1960: Fantasie pasquali: formato comic book, tutto bianco e nero, personaggi assortiti quasi tutti disegnati da Liorni su fogli di carta da ingegneri per abbattere i costi della stampa evitando di creare gli impianti del nero con scatti fotografici.
Le tavole, quindi, come quelle di Piccolo Boy tascabile, di Bang!, di Carioca e di svariati altri albi, sono realizzate in piccolo direttamente nel formato della stampa.
L’albo speciale si chiama Piccolo Boy presenta Fantasie di Pasqua, 64 pagine in bianco e nero a lire 150 (prezzo molto alto per l’epoca, da vera strenna). L’albo non riporta data (come anche precisa la Guida al Fumetto Italiano delle Edizioni IF), ma esce in edicola nell’aprile 1960.
Dalla seconda tavola in poi (stranamente “processata” dal sistema alfanumerico di TypePad con un grigio tenue di fondo abbastanza inspiegabile), Piccolo Boy si reca allo studio di Liorni (Simo) con il suo amico antropomorfo (un micetto? un chipmunk? Curiosa questa commistione fra esseri umani e animali, per niente insolito all’epoca).
A questo punto, lasciamo la storia scorrere verso il suo destino (possiamo tornare in futuro su di lei, e sicuramente sarà fatto su questo albo speciale).
Non è un mistero che Liorni sfruttasse tutto quello che aveva intorno per ispirarvisi e accelerare i tempi di consegna del materiale al tipografo. Per puro caso ho rintracciato la pagina americana dalla quale Liorni, cambiando totalmente stile, aveva ripreso il “ragazzino vociante” disegnato in USA per una pubblicità e volgerlo ai suoi scopi.
L’originale era la pubblicità di un dentifricio, Crut Toothpaste, disegnata da un cero… Norman Drawell (“Normanno Disegnabene”), che naturalmente allude al grande illustratore americano Norman Rockwell.
Qui un po’ dei suoi dipinti, in tre video.
Il ragazzino americano esulta mostrando alla madre un biglietto con il referto di un centro d’igiene dentale.
Sotto, la pubblicità di Liorni, tutta a uso interno (delle varie testate a fumetti e di un concorso ad esse legato). In mano al ragazzino, adesso c’è il tagliando per ricevere un pacco dono.
In questo albone speciale è presente anche un altro fumettista, decisamente poco noto, un certo Monici, grafico e fumettista solo occasionalmente, sul quale un amico lettore (e operatore del settore) ci dirà qualcosa di più appena possibile.
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