Si sapeva da sempre che da bambino Walt Disney aveva molto amato leggere le storie scritte da Joel Chandler Harris con Brer Rabbit (Fratel Coniglietto), Brer Bear (Compare Orso), Brer Fox (Compar Volpone) e gli altri interpreti di un’antologia di racconti a sfondo educativo, raccolte tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 in sei volumi diversi.
Chi clikka sotto può vederne alcune.
Lo Zio Remo (Uncle Remus) a cui si allude è un anziano piantatore di cotone, di colore, che racconta a uno sparuto gruppo di ragazzini (bianchi) una sterminata serie di storie morali servendosi di interpreti dai connotati animaleschi, rifacendosi in qualche modo all’esempio di Fedro e di Esopo.
Il personaggio più frequentemente citato da Remo, deputato a provocare l’identificazione dei giovani ascoltatori, è appunto il coniglietto, figura di maggior spicco del lungometraggio che Disney ricaverà dai racconti.
Intitolato Song of the South (“La canzone del Sud”), verrà liberamente tradotto in italiano con titoli diversi, il più famoso dei quali è I racconti dello zio Tom (ma nel 1973 sarà nuovamente distribuito come Fratel Coniglietto, Compare Orso e Sora Volpe).
Per le platee italiane la scelta di chiamare il saggio narratore di colore Tom anziché Remo (nome che invece sopravvive nei fumetti) si deve al tentativo di trovare un collegamento con La capanna dello zio Tom (Uncle Tom’s Cabin or Life Among the Lowly), popolare romanzo anti-schiavista scritto dall’americana Harriet Beecher Stowe nel 1852.
Le tavole che propongo in questo post, pochissimo note (e praticamente mai citate dai testi disneyani, compresi i miei, che trattano questo argomento), sono state cesellate dall’illustratore J.A. Condé.
Sono apparse su un pugno di giornali statunitensi, prevalentemente del Sud, alla domenica, nel 1906, dal 24 giugno al 19 agosto.
Forse sono le ultime tavole del ciclo (chi ne sa di più, batta un colpo), senz’altro sono molto mature.
Anche se di fumetti veri e propri non si parla, è rispettata nelle vignette una certa sequenzialità. Mancano i trucchi e gli artifici smaliziati che il cinema avrebbe insegnato ai comics: primi piani, piani americani, altre inquadrature più sofisticate di quelle che vediamo nella collezioncella di tavole a seguire, e che con due poderosi CLIC sopra si possono godere al meglio.
Quando sono uscite sui giornali, Walt aveva cinque anni circa, probabilmente sapeva già leggere (o si faceva aiutare da qualcuno per comprendere appieno queste storielle morali), e in ogni caso queste immagini ne devono aver molto nutrito la fantasia, come scopriremo dalle creazioni della sua età adulta.
Poterle recuperare oggi e studiarle è, secondo me, piuttosto importante per i fans di Walt.
Per poter effettuare un qualche confronto, in chiusura riproduco due tavole domenicali disneyane del ciclo Uncle Remus, disegnate (con maestria) da Dick Moores, precedute dallo splash panel sullo stesso tema che introduce su Four Color Comics un analogo ciclo di storie, appositamente create per i comic books della Dell Publishing negli anni Quaranta.