Chi (ahilui!) si è perso giovedì scorso il mio articolo su Nòva cartaceo, all’interno del Sole 24 Ore quotidiano, può adesso leggerlo per intero in rete a questo link.
L’argomento è, ancora una volta, l’accordo virtuoso stretto fra Disney e Marvel, foriero di sviluppi sicuramente molto interessanti.
Così comincia:
L’ultimo giorno di agosto, le cronache sui media si sono riempite di commenti e speculazioni sulla notizia mozzafiato del giorno, ma che da tempo si preparava: la Disney, uno dei massimi marchi dell’intrattenimento a livello planetario, ha acquistato per 4 miliardi di dollari la Marvel Entertainment, altro colosso del mondo della fantasia, munita di un parterre di almeno 5.000 personaggi a disposizione.
Dal punto di vista finanziario, l’operazione, fra contanti e titoli, valuta le azioni Marvel 50 centesimi di dollaro l’una, con un premio del 29% rispetto ai 38,65 dollari segnati alla chiusura di Wall Street l’ultimo venerdì di agosto.
In particolare, gli azionisti Marvel riceveranno 30 dollari in contanti e circa 0,745 azioni Disney per ognuno dei loro titoli.
.
.
Le conseguenze di questa mossa sono intuibilmente evidenti, ma non del tutto prevedibili. Da oltre ottant’anni, pur fra alti e bassi, l’azienda fondata da Walt Disney, nata come etichetta indipendente dallo strapotere delle major come Mgm, Waner Bros. e Universal, occupa un ruolo centrale nell’immaginario collettivo. Lo fa, però, focalizzando essenzialmente la sua azione di divertimento, con tinte talvolta educational, sul pubblico dei giovanissimi, con un appeal su quello di età prescolare (con l’orsetto Winnie the Pooh e varie nuove produzioni per il Disney Channel) e preadolescenziale (i “classici” Topolino, Paperino, Pippo e compagnia, uniti ai protagonisti dei lungometraggi di turno).
Sin dagli anni Trenta del secolo scorso, la Disney si è guadagnata e ha mantenuto una reputazione ottima soprattutto rispetto al target famigliare: i genitori possono da sempre far leggere i fumetti, mostrare i film e gli show televisivi, far consumare i prodotti suggeriti dai testimonial di garanzia disneyani ai loro figli senza doversi preoccupare. Ma tra i due “schieramenti generazionali” dei ragazzini e degli adulti rimaneva, da sempre, un gap difficilmente colmabile da parte della Disney: quello del pubblico adolescenziale.
.
Il seguito al link del Sole 24 Ore sopra citato.
Intanto, mentre si prepara per l’inizio della prossima settimana un evento esclusivo, a Burbank (del quale Cartoonist Globale è partecipe), gli uomini della Pixar scherzano, con il trailer incredibile che vi ho postato sopra.