Le cose stanno così: la politica, o meglio “le cose della vita” entrano di soppiatto in questo blog che vorrebbe occuparsi di soli fumetti e opere di fantasia, ma che è invece costantamente richiamato alla pesante concretezza di quanto ci circonda e ci influenza.
Non sono cose belle.
Adesso, un amico, esperto di fumetti, blogger, anche compagno di qualche fumettistica battaglia contro i soprusi del potere (di un’amministrazione pubblica e degli opportunisti di turno che ne hanno tratto giovamento), mi comunica la decisione di unirsi al digiuno intrapreso da Marco Pannella contro il “furto di informazione” al quale l’Italia è sottoposta da tanto, troppo tempo. Stasera, il “Pannellone” ne parlerà anche ad Anno Zero.
Ne abbiamo parlato più volte: giornalisti servi e voltagabbana, nomine clientelari, scandalose e inopportune; si vedano quelle odierne della Rai, decise banchettando dal capo (moquettato) della concorrenza televisiva, contestato dopo il discorso eversivo di questa mattina contro Parlamento e Magistratura, accusato con sentenza di corruzione un paio di giorni fa.
Bel tipino, “Papi” o non “Papi”.
Ma che Paese è questo, che ancora sopporta questa asfissia quotidiana, mista a prosopopea, soprusi, menzogne sistematiche, incapacità di chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica e che comunque la fiacca e la umilia?
Non aggiungo altro. Francesco, il nostro amico, segnala questo bell’articolo odierno di Francesco Merlo (che ringrazio) da La Repubblica (21 maggio 2009, pag. 1).
PANNELLA, IL CORPO DEL CONTROPOTERE
Bianco, diafano, smunto, tutto pelle, ossa e occhioni stralunati, Marco Pannella sta di nuovo mettendo a rischio la sua vita perché le nomine alla Rai sono state bulgare e professionalmente prive di credibilità e perché i radicali sono di nuovo ridotti alla clandestinità e all´extra italianità, fuori dai confini, fuori dalla partita, cancellati dalla politica dei camerieri e delle veline, dai cani che temono di perdere l´osso. Vecchio, intrappolato nel suo ruolo di digiunatore, Marco Pannella ha mille volte ragione, e tanta più ne ha oggi che il potere si gioca tutto sulla presentabilità fisica, sulla prestanza sessuale, sui capelli tinti…
Pannella è di nuovo l´esatto contrario del potere italiano.
Quelli usano la politica per palestrare i corpi e lui usa il corpo per nobilitare la politica.
Quelli consumano la politica per drogare il fisico e Pannella consuma il fisico per salvare la politica,
Apparentemente Pannella è perdente. L´Italia infatti non fa più caso ai suoi digiuni. Come se il potere, con la sua protervia, avesse dissipato il patrimonio Pannella. I nemici di sempre gioiscono perché in quel vecchio scarnificato vedono la prossimità della loro impunita vittoria: Pannella che pensava di logorare l´ottusità del potere con le oltranze e con gli eccessi è stato invece logorato dalla faccia tosta del potere.
Ma non è così.
Ieri il suo corpo in tv mostrava tutta la giusta vulnerabilità di una grande vecchiaia che nel paese dei vecchi giovanilisti torna a fare scandalo. Pannella non è un “papi”, ma è un rimprovero ai “papi” d´Italia. È una messa in ridicolo dei “papi” questa sua vecchiaia maestosa e regale, argentea, senza parrucche posticce e senza lifting. Pannella è vecchio perché è vivo, quegli altri sono mummificati dal narcisismo di plastica.
In realtà Pannella sta vincendo di nuovo. E infatti i potenti contro cui digiuna si informano dei suoi crampi, prendono nota degli etti, controllano la sofferenza diffusa, valutano il numero di pillole, e già gli propongono almeno un bicchiere, magari un sorso, o soltanto una goccia. Da cinquant´anni la politica italiana coccola Pannella tutte le volte che rischia di perderlo.
Torna insomma la strana complicità tra Pannella e il mondo che a ogni digiuno vuole curarlo a forza, il mondo che non sopporta la sua fame e la sua sete ma in cinquant´anni non è riuscito a inventarsi qualcosa per proteggere ed esaltare Pannella, per usarlo, e dunque ascoltarlo prima che cominci a scioperare anziché salvarlo un attimo prima di morire. Proprio nel Paese dove, sulla nozione della vita, si mobilitano papi, vescovi, leader di partito, embrionologi, professori dell´aborto, scienziati, si è costretto un grande italiano a passare la vita mettendo a rischio la vita.
Ebbene, ieri a vederlo cosi ieratico abbiamo avuto il timore che Pannella stia rischiando davvero, e rischiando consapevolmente. Pannella sa bene che in Italia bisogna morire per diventare vivi. Tra i paradossi italiani c´è infatti pure questo: tutti coloro che, nel furore quotidiano della battaglia politica, vorrebbero ammazzare l´avversario, se lo ritrovano bello e vivo solo quando è morto.
E non pensate che sia solo Berlusconi a non sopportare più Pannella. I radicali credono che in Italia c´è la peste, che tutti fanno strage di legalità. La faccia decrepita di Pannella è la faccia decrepita dei sentimenti e dei valori, della lealtà e dell´amicizia, dell´onorabilità e della bella vecchiaia.
Non era Pannella che si estenuava e quasi sembrava morire ieri sera in tv, ma era l´anima dell´Italia civile.
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Le musiche live che potete ascoltare mentre leggete questo post sono di Joni Mitchell. Quella di apertura è interpretata nel 2007 da Vanessa Jackman.
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