FOX AND CROW (LA VOLPE E IL CORVO) PARTE II, di Andrea Ippoliti

Legati

Ed ecco la seconda parte dell’eccezionale excursus di Andrea Ippoliti su due personaggi poco noti al pubblico italiano, Fox & Crow.

L’alchimia fra i due personaggi, dato il contrasto, è perfetta, tanto da raggiungere momenti di perfezione che poco o nulla hanno da invidiare a quelli dei Grandi delle “comiche” live-action. I due in nulla si somigliano ed in tutto si contrappongono, ed è un piacere sentire lo slang brooklyniano seguire alle perfette decantazioni dell’anglico idioma che invece contraddistinguono la volpe.

Bob Wickersham si segnala come il miglior regista dei due e, per un certo periodo, sarà anche il responsabile delle loro avventure cartacee, sulle pagine di Real Screen Comics, serie di quella DC che oltre a fumetti superomistici “nietzschiani” abbisognava appunto di “più umani” funny animals (e chi scrive trova da sempre più credibili e godibili le avventure di questi uomini zoomorfi o animali antropomorfi che siano, a seconda dei casi, rispetto a quelle dei vari super-heroes).

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Varie sono le perle cinematografiche dei due: in Mr. Moocher, “amare il prossimo tuo” diviene impossibile per la Volpe, dato che suo vicino di casa è il Corvo, che abusa in maniera inenarrabile del suo stato di più prossimo confinante della Volpe.

Way Down Yonder in Corn si segnala invece perché gli sfondi sono UPA ante litteram, molto stilizzati ed accattivanti, e in contrasto con i due personaggi che sono disegnati in modo usuale, consono all’ animazione del tempo (non dissimilmente dal corto Warner Bros. di Chuck Jones The Aristo-Cat).

La loro carriera è fatta di hits and misses.
Alcuni corti, infatti, falliscono in maniera quasi inesorabile, concentrandosi su trame poco coinvolgenti e gags strampalate. Ma anche questi pochi shorts meno riusciti sono comunque apprezzabili, reggendosi su personaggi così caratterialmente forti e ben strutturati.

Retina

Nei comics i risultati invece sono addirittura migliori. Vengono loro addirittura attribuiti dei nomi (assenti nei cartoons): quello di Fauntleroy (come “il piccolo Lord”, a sottolineare ancor di più la natura veramente Inglese del personaggio) Fox, chiamato Foxie dal Corvo, e quello di Crawford Crow per quest’ ultimo.

Disegnate inizialmente da Wickersham e poi, magistralmente, soprattutto da Jim Davis (omonimo del creatore di Garfield), le avventure dei due (nella maggior parte delle quali il Corvo cerca di ottenere dalla Volpe in prestito qualcosa o di guadagnare, raggirandola, qualche soldo) si dipanano attraverso le pagine di Comic Cavalcade (grande contenitore di storie con personaggi DC), Real Screen Comics e la loro personale serie
The Fox and the Crow.

Sul_filo

Le tavole di Davis si segnalano per matite al contempo veloci ma calcate, che quasi non avrebbero bisogno dell’ inchiostrazione, e dalla insesauribile vitalità cartoonesca.
I dialoghi sono sfavillanti dato che ci si ingegna per scrivere quanto dal Corvo pronunciato in modo da ben figurare foneticamente nel confronto con la versione cartoonesca: abbondano perciò i vari “youse”, “dis”, “dat” etc.

Nei corti, e nei comics, i due, dal punto di vista grafico, rimarranno sostanzialmente invariati col portrarsi degli anni. Ed è ciò degno di nota dato che ogni personaggio dei cartoons che si rispetti è solito, in un determinato momento della sua carriera, subire qualche mutamento nel design.

Paradiso

Al contrario, nel 1947, la Volpe ed il Corvo sono “vittime” di un cambiamento caratteriale e psicologico. Viene accentuato ulteriormente il lato di coin man del Corvo, e la Volpe è tramutata in un character tardo e lento di cervello.
Ma in tal modo, al solo fine di guadagnare qualche risata per via dei “Duh” tipici dei personaggi che non brillano per acume, si mortifica ed annienta completamente il fascino che aveva caratterizzato il conflitto fra i due, quella stupenda contrapposizione fra un personaggio che pare un Inglese dell’Ottocento, dalla rispettabile posizione sociale, trapiantato negli States degli anni ’40 del secolo scorso, ed un imbroglione cresciuto per la strada che si prodiga per ottenere il più possibile dalla vita sforzando il meno possibile le proprie membra.

Si ottiene così solo che sia ancora più facile per il Corvo approfittare dell’ingenuità della Volpe.

Tamburo

Nel 1949, lo studio Screen Gems chiude. Lo studio UPA si era formato da qualche tempo, desideroso di proporre nuovi personaggi, umani e non animali, stilizzati e sperimentali, con backgrounds limitati ma artisticamente accattivanti.

Senza più la Screen Gems, la Columbia decide di distribuirne i corti ma chiede ed ottiene che alcuni cartoons vedano protagonisti la Volpe ed il Corvo, ormai divenuti punte di diamante della Columbia nel campo dell’animazione.
Pur controvoglia la UPA realizza allora Robin Hoodlum e The Magic Fluke. Entrambi si riveleranno ottimi risultati e verranno nominati all’Oscar.
Qui i caratteri dei due sono però nuovamente cambiati.

Anzi, ad essere più indagatori, sono del tutto assenti. Nel primo la Volpe interpreta Robin Hood ed il Corvo è lo Sceriffo di Nottingham, vero e proprio villain, vittima, per una volta, dell’ abilità della Volpe.
Il secondo è invece incentrato sulla Volpe che, passando dalle “stelle alle stalle”, si dimentica del vecchio sodale Corvo che invece gli rimarrà fedele ed otterrà la rivincita finale.
L’ UPA, proprio perchè disinteressata a realizzare corti coi due, non solo trascura del tutto la precedente filmografia dei personaggi, ma non si preoccupa nemmeno di definirne tratti comportamentali ben saldi: semplicemente essi sono protagonisti di due shorts, sono characters riconoscibili dal pubblico da un
punto di vista visivo ma, attenzione, solo da quello.

Infermiere

Qualsiasi altro nuovo personaggio, creato apposta per nascere e morire nell’ ambito dei 7 minuti circa di durata, sarebbe potuto insomma essere protagonista di questi due, pur eccellenti, cartoons.

Concludiamo con Room and Bored, lo short con Fox e Crow preferito dall’ autore di questo articolo, in cui si raggiunge un pinnacolo di perfezione difficilmente eguagliabile grazie soprattutto alla presenza dell’ottimo discepolo tashliniano Bob Wickersham dietro la macchina da presa”!

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  • Carmelo |

    Perfetto, grazie mille. 😉

  • Luca Boschi |

    Caro Carmelo,
    stavo giusto pensando a te per rispondere alla tua sacrosanta domanda di ieri, quando giungi di nuovo a bomba.
    Vuol dire che ti sei meritato due anticipazioni faccinesche (fatte peraltro a sua insaputa) al posto di una.
    E posso dirti che… no, in questa settimana riuscirò a radunare il tutto e pubblicare un nuovo lungo estratto prenatalizio.
    Ma intanto, eccoti il primo assaggio.
    Alla domanda tua sul fatto se l’autore preferisca scrivere o disegnare, il grande Faccini così la pone:
    “Trovo che scrivere è concettualmente più difficile ma più divertente, quando arriva l’idea giusta. E’ il momento di massima creatività, in cui si dà vita ai personaggi, li si fa agire e parlare. Ricordo uno scritto di Ejženstein su soggetto e sceneggiatura: quando si apre una “finestra” di creatività, le idee si moltiplicano vertiginosamente, e all’autore sembra di essere un pescatore in mezzo a un branco di pesci: per ogni acciuga che catturi, dieci te ne scappano. E’ una bella immagine, e rende bene l’idea di quanto sia elettrizzante la scrittura, quando è ispirata e libera.
    “Il disegno dà un altro genere di soddifazione, quello di visualizzare si spera efficacemente e con chiarezza quanto prima affabulato.
    L’inchiostrazione è l’aspetto più artigianale e manuale di tutto il processo, richiede molta pazienza ed ha comunque la sua qualità.”
    Fine dell’anticipazione!
    Tra qualche ora la seconda!
    Luca

  • Carmelo |

    Richiedo, sperando di non sembrare insistente :-D…Luca, ci vuole ancora molto per le ultime due parti dell’intervista ad Enrico Faccini?

  • Luca Boschi |

    Ciao a tutti,
    aggiungo qualcosa anch’io. I “profani” (diciamo così) individuano lo stile dell’UPA soprattutto dai cartoons di Mr. Magoo, che non sono comunque i più stilizzati (penso a “Rooty Toot Toot” o a “Gerald Mc Boing-Boing”).
    trovi una strana versione del primo qui: http://it.youtube.com/watch?v=hPG41Cx1Odo
    Ti darà un’idea dello stile UPA, con produzione di Stephen Bosustow; credo che sia stato ottenuto piazzando una telecamera davanti a un teleschermo e filmando il tutto: l’audio è “intubato”, lo schermo incurvato e i colori falsati. Ma tant’è…).
    Qui (http://it.youtube.com/watch?v=ZidKowJDFbY&feature=related) c’è una complessa sigletta di apertura UPA dello short “Ham an Hattie”, seguita da quella di chiusura.
    Qui (http://it.youtube.com/watch?v=GZ3Vo1HIoxk&NR=1) un cortissimometraggio pubblicitario UPA per la Bank of America, realizzato da John Hubley & Rod Scribner.
    Come dice Andrea, pochissima animazione UPA è disponibile in dvd. Non i film di Fox & Crow (e qui sta l’importanza dell’operazione di renderli disponibili agli appassionati mostrandoveli), ma in una edizione speciale di “Hellboy” in dve, fra i contenuti speciali se ne possono trovare un paio (appunto il primo “Gerald Mc Boing-Boing”, che mostrerò anche nel post successivo a questo, data la sua buona qualità).
    Per Eleonora: certo, “Fix e Fox” (non “Fix e Foxi”, che è tutt’altra cosa, due volpini maschi ideati da Rorlf Kauka in Germania, pubblicati anche in Italia per un breve periodo) è una delle versioni italiane della Volpe e del Corvo, pubblicata dalla Williams Inteuropa, che gestiva (tramite Ferruccio Alessandri) anche altri personaggi poco noti come Casper il fantasma, molto prima del lungometraggio su di lui, la streghetta Wendy e così via.
    Ne riparleremo…
    Ciao a tutti!
    Luca

  • Andrea Ippoliti |

    Vanessa,
    i corti di Fox e Crow, così come TUTTI quelli della Columbia, non sono purtroppo mai stati realizzati in DVD.

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