Finalmente è uscito (e in via ufficiale viene presentato oggi, qui a Reggio Emilia nel costesto della Mostra Mercato del Fumetto) il corposo volume Attilio Micheluzzi architetto di avventure, pubblicato dall’etichetta bolognese Black Velvet.
Possiamo considerarla una presenza importante nello “scaffale delle nuvole”, perché fra i Maestri del Fumetto italiano che negli ultimi anni hanno avuto modo di essere apprezzati da una nuova generazioni di lettori, Micheluzzi è sciaguratamente mancato.
L’esplosione del fenomeno dei libri a fumetti “collaterali”, abbinati a quotidiani o a settimanali, non lo ha per il momento incluso nei programmi, mentre i piccoli editori specializzati, che con dosi sostan-
ziose di dedizione e competenza si sono occupati di riscoprire fumettisti non più sul mercato, per il momento lo hanno trascurato.
Con Guido Buzzelli, che ha comunque usufruito di una presenza nella prima collana “pockettone” dei Classici di Repubblica, e con Gianni De Luca, che però sta vivendo un momento di nuova visibilità grazie ai libri di Black Velvet e alla mostra bolognese organizzata dal gruppo Hamelin, Micheluzzi è stato, in buona sostanza, l’autore più ingiustamente trascurato negli ultimi tre lustri, anche sulla scena internazionale.
Per questo motivo, l’edizione 2008 di Napoli Comicon ha dedi-
cato a Micheluzzi (che della manifestazione partenopea è una sorta di nume tutelare, sin dall’intestazione dei premi al nome del Maestro), una grande mostra personale nel mese di maggio, ancora in corso per poco, nei locali della galleria d’arte di Castel Sant’Elmo al Vomero: il luogo più alto della città raggiungibile dal pubblico.
A questa mostra si accompagna appunto la monografia appena uscita, compilata a più mani, e contenente anche la cronologia il più possibile completa delle sue opere.
Vi hanno partecipato tra gli altri, con dei loro scritti, in ordine alfabetico: Alino (eminenza grigia culturale di Comicon), Luca Boschi, Sergio Brancato, Gianni Brunoro, Loris Cantarelli, Giulio Cesare Cuccolini, Gino Frezza, Pier Luigi Gaspa.
Il volume (diffuso in libreria e nei comics shop) comprende molti materiali inediti e piuttosto ignoti; dai bozzetti per varie campagne pubblicitarie (ad esempio per la Fiat) si passa a disegni per quotidiani locali; dalle illustrazioni per figurine didattiche alle storie rimaste inedite.
Si tratta di una cavalcata assai interes-
sante all’interno di un periodo senza precedenti per l’editoria fumettistica del nostro Paese, quando oltre alle riviste a fumetti più colte o di semplice intrat-
tenimento, come Linus della Milano Libri e Eureka della Editoriale Corno, il Corriere dei Ragazzi sta offrendo un ampio ventaglio di autori e personaggi di prim’ordine ai lettori più giovani.
Fa parte di questo gruppo anche Miche-
luzzi, classe 1930, architetto attivissimo, a partire dal 1961, in Senegal, Nigeria, Guinea, Costa d’Avorio, Mauritania, Marocco, Tunisia e Libia. Qui ha proget-
tato case, ospedali e aeroporti, sfruttando un talento grafico che definisce naturale.
Dopo la caduta della monarchia ad opera del colonnello libico Muhamar Gheddafi, Micheluzzi viene rimpatriato insieme a molti italiani. Un mese dopo avrebbe dovuto diventare Architetto della Casa Reale a Tripoli, ma agli eventi della vita non si possono dare comandi perentori.
Tuttavia, se ne possono accettare le circostanze e, studiandole con intelligenza ricavarne quel tanto di linfa vitale che riesca a volgere a proprio favore anche fatti che, altrimenti, potrebbero apparire castranti. È un momento di svolta.
Una volta in Italia, stabilitosi a Napoli, Micheluzzi tenta una strada insolita e tutto sommato accidentata come quella dei comics, rispolverando la sua vecchia passione per i “giornalini” coltivata da ragazzo, ma obbligatoriamente messa da parte.
Figlio di un ufficiale della Regia Aeronautica, fin da piccolo continuamente in giro per gli aeroporti, Micheluzzi debutta sul settimanale, nel marzo 1972, con un episodio dal titolo Il pilota che morì due volte. Guarda caso, è proprio incentrato sul tema dell’aviazione, cosa niente affatto scontata, poiché la serie alla quale appartiene, Dal nostro inviato nel tempo Mino Milani, tratta dei più disparati fatti di storia e di cronaca.