Il titolo di questo post è, nel contempo, anche la sintesi della vita di un au-
tore polimorfo, così come la definì lui stesso l’unica volta che con Vitto-
rio Vighi ci siamo incontrati, ormai una ventina di anni fa.
Come scrivevo in un commento di ieri (anche se la cosa non è certo rile-
vante), in quella occasione mi ero anche fatto autografare da lui il suo uni-
co fumetto, una riduzione dei “Promessi Sposi” in chiave comica, forse pubblicato dal fiorentino Corrado Tedeschi (tramite il collezionista Alessandro Capecchi ero entrato in possesso delle matrici per stampa della storia, ormai stra-obsolete).
Bolognese di nascita (classe 1927), mancato dottore in Giurisprudenza, romano di adozione, Vighi aveva cominciato verso la fine del 1951 a collaborare col giornale satirico “Marc’Aurelio”, chiamato da Vito De Bellis, allora editore e direttore del periodico.
Quando il giornale satirico ha chiuso, come tanti suoi colleghi (Vittorio Metz, Marcello Mar-
chesi, Dino Verde, Antonio Amurri…) Vighi si è dedicato in toto al cinema e alla televisione, con programmi per la Rai come “Tandem”, “Euro-
pa Europa”, “Buonasera con…” (quello in cui ha esordito Mazinga), “Carta Bianca”, “Mi racconti una favola”, “Giallo sera” e tanti altri. Dopo una trentina di anni, dopo il passaggio da Rai a Finin-
vest, Vighi ha chiuso la sua carriera con “Il pranzo è servito”, condotto prima da Corrado Mantoni e poi da Claudio Lippi.
E sono già passati un bel po’ di anni.
Lo stile “nasuto” di Vighi mi aveva assai colpito in qualche sua rara vignetta pubblicata nella rubrica Le barzellette di Cip
e Ciop, “pubblicata” su dei Topolino dei primi anni Sessanta.
Da lì avevo iniziato a seguirne il tratto inconfondibile, ritrovato anche su cartoline e gadget di Roma, quando allignavo da quel-
le parti nel periodo de “L’Urlo”; con i suoi personaggi nasuti in vesti di antichi romani.
Di lui, al volo, per il momento inserisco di seguito un parziale elenco di sceneggiature cinematografiche alle quali ha parte-
cipato. Per essere anticonvenzionale e bastiancontrario, come era lui, lo posto in ordine cronologico inverso.
L’Avvocato della Mala (1977)
Sturmtruppen (1976)
Poppea, una prostituta al servizio eell’impero (1972)
Tutto sul rosso (1967)
Ringo e Gringo contro tutti (1966)
James Tont Operazione Due (1966)
Spia Spione (1966)
Per qualche dollaro in meno (1966)
Gli eroi del West (1964)
Il vendicatore di Kansas City (1964)
Onore a un bravo e personalissimo umorista! Un altro talento che l’Italia si è lasciato scappare (se gli autori di testi vanno e vengono, scrivono sull’acqua, i fumetti restano, almeno nei bunker dei collezionisti, e una fon-
dazione illuminata può forse ristamparli).
Di Vighi ripropongo, come omaggio alla memoria di un grande creativo, le immagini quasi sconosciute di alcu-
ni quadri che ha fatto negli ultimi anni della sua vita, dopo il pensionamento e l’abbandono delle attività legate al mondo dello spettacolo.
Come si vede, i riferimenti ai fumetti, di tutti i tipi, sono più che presenti.
Quasi all’insaputa degli estimatori delle sue vignette, l’ultimo Vighi era divenuto una sorta di Ronnie Cutrone, o di Andy Warhol alla matriciana.
Ma a differenza degli artisti di Oltreoceano, Vighi sapeva anche disegnare!
Post Scriptum: Grazie a Daniele Bonomi, che ci ha segnalato questa scomparsa, avvenuta il 26 gennaio scorso e ignorata vergognosamente dalla stampa (a parte la rivista Veleno) e dai me-
dia, ma non ce ne stupiamo più, purtroppo.
Per chi non conoscesse lo stile classico di Vighi, a mo’ di esempio pubblico qui di seguito una vignettona delle sue, risalente agli anni Sessanta. Come la sua autocaricatura di allora che ho posizionato in apertura di post, fu selezionata da Guasta (Guglielmo Guastaveglia), Gec (Enrico Gianeri), Greco, Finlandia e Ferri per la simpatica e utile Enciclopedia dell’umo-
rismo, in quattro bei tomi, uscita per i tipi della Omnia di Milano nel 1964.
Di Vighi, grazie al suo amico di vecchia data Oreste Flamminii Minuto, avvocato penalista, pubblicherò in futuro un ulteriore contributo qui.