PEROGATT, LA MIRA DI JACOVITTI, ROBERT CRUMB E L’UNDERGROUND

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Molta carne bolle sul fuoco, nella pen-
tola (lesso?).
O dentro il forno. Arrosto.

Innanzitutto, devo ricordare il tema di questo venerdì, nel seminario fioren-
tino, prima della pausa angoulemiana, durante la quale tutti (o quasi) ci spo-
steremo in Francia, nella regione della Charente. Il Centro Andrea Pazienza ha già riportato il giorno 16 (ieri) cosa Napoli Comicon va a fare da quelle parti.
Tra non molto ve lo spiegheremo me-
glio anche qui.

Il tema del seminario fiorentino potrebbe essere LA FOLLIA; o anche il NON INQUADRAMENTO. O ancora, la rottura (o meglio ancora le “varie” rotture) col fumetto e i disegni animati del passato.
Il fumetto underground (Robert Crumb, Gilbert Shelton etc., in rapporto anche ai film correlati, sino a quelli di Pat Ventura).
I “metallici” francesi (gli Humanoides Associées, intendo). Nuovi e misteriosi autori di comics e animazione d’autore. Cannibale, Frigidaire, L’Eternauta, Comic Art, Orient Ex-
press
… Le riviste d’autore.

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E Andrea Pazienza, e Filippo Scozzari, che ieri era con noi alla Garbatella (con Luca Raffaelli, Paolo Castagno, Francesco Co-
niglio
, Laura Scarpa, Alvaro Zerboni, Stefano Bartolomei, Nicola Raimondi, Dippy The Dawg, Lucrezia De Palma, Roy Felmang e un po’ di altri amici, come Alessio Trabacchini e il frequente contributor di questo blog Andrea Leggeri) alla Libreria Rinascita per l’ennesima presentazione di Irripetibili.

Una trascrizione di alcuni passi della stessa, prossimamente qui.

L’esercitazione consisterà nel disegnare un personaggio con effetti tridimensionali dati dal tratteggio, alla Robert Crumb, Ne avrete voglia? Forse sì, dopo averlo visto (in carne e ossa; naturalmente in filmato, documentato da Terry Zwigoff).

Per il momento, godetevi questo strano, antico splash panel di Carlo Peroni, alias Perogatt, così gentile da intraprendere varie incursioni in questo blog. E così “Maestro” già alla fine degli anni Cinquanta, con una linea tanto da classico americano, una pennellata invidiabile (che ma-
gari i ragazzi di oggi sapessero gestire come fa Perogatt da qualche decennio)! Senza genera-
lizzare, naturalmente. Ma trovo che l’era dei pennarellini sia piena di risvolti negativi.

Questi due poveracci, Ping e Pong, li ho ricavati da uno stranissimo albo tascabile stampato dai Fratelli Spada all’inizio degli anni Sessanta, anche se la data non è indicata. Un pocket di pochissime pretesi, dai colori sbavati, nato assemblando materiali diversi, ideati per altri con-
testi, e facenti capo allo studio romano di Sergio Rosi.

Perogatt, gentilissimo, ci ha fatto pervenire questo suo aneddoto legato a Benito Jacovitti raccontato almeno due anni e mezzo fa nel suo Peroblog (http://peroblog.splinder.com/archive/2005-07).
Perogatt l’ha rintracciato nel cruogiolo dei suoi innumerevoli scritti.
Ringraziandolo, ci ripromettiamo di fare qualcosa di simile per il suo blog.

Quando bisognava avere un testimone per la dichiarazione della nascita di uno dei miei figli chiesi a Jacovitti se voleva partecipare. Accettò con entusiasmo. All’anagrafe bisognava met-
tere le firme e Jacovitti firmò, ma… alla sua maniera: la classica lisca di pesce! Solo a quel punto gli impiegati si accorsero che lì c’era il “famoso” Jacovitti e sparsero la voce con i col-
leghi che volevano un autografo, ma Jacovitti scappò: non amava la folla…

Quando andai a trovare Jac per comunicargli il mio trasloco, vidi che era veramente dispia-
ciuto. Mi dissi: ma allora Jacovitti mi stima! Che bello! Ma dovetti ricredermi, almeno un pochino…

Mi spiegò che tanto ci saremmo rivisti comunque, visto che andavo ad abitare così vicino, ma lui era dispiaciuto perché così non poteva più usarmi come “tiro a segno”… Mi spiegò che, ogni volta che io uscivo o rientravo a casa, lui dalla sua finestra mi seguiva con una pistola puntata verso di me e mi seguiva fino a quando uscivo dal campo visivo; ah, ovviamente la pistola era “carica”!

Mi disse che ogni volta diceva a se stesso: “Guarda che rischio corre Peroni senza saperlo…”

Dato che il trasloco sarebbe avvenuto dopo un certo periodo, io da quel giorno evitai accu-
ratamente di traversare il cortiletto: passavo rasente al muro fin sotto la finestra di Jac e poi, con una corsa incredibile, mi infilavo nella porta della mia casa.

Ancora una volta ero riuscito a cavarmela…

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I due bei ritratti di ragazza qui a lato, che pubbli-
cammo sull’ulti-
mo numero (ahinoi) dell’edi-
zione italiana di Métal Hurlant, si riferiscono a una adolescente punk prima e dopo la cura.

Il © è ovviamente di Robert Crumb.

I ragazzi dell’ateneo fumettistico fiorentino riusciranno mai a disegnare in modo così dettagliato qualche immagine dei presenti al seminario?

Chissà…

  • Luca boschi |

    Troppo divertente, Carlo!
    Adesso copio questo tuo commento anche in coda a un post odierno, perché qua sotto rischia di passare inosservato, e magari suscita ancora qualche commento in più, okay?
    Grazie ancora e buonanotte!
    Luca

  • Perogatt |

    Caro Luca, ho appena letto, anzi riletto, il pezzo dove dici in pratica che io abitavo a Roma (vero), vicino a via Albornoz (vero), ma l’aneddoto che ho raccontato circa la “mania” Jacovittesca di prendermi – scherzosamente – di mira con una pistola carica, non si era svolto in via Albornoz, ma nella zona Madonna del Riposo, proprio in via Madonna del Riposo, in un gruppetto di case dove a quell’epoca Jacovitti ed io abitavamo. Di conseguenza Jac si era trasferito in via Albornoz dopo che io avevo cambiato casa per l’arrivo di un altro figlio, il secondo, dove poi, arrivando il terzo figlio, cambiai di nuovo casa… Beh, gli amici del Vittorioso (specialmente Jacovitti, Landolfi e Giovannini) avevano cominciato a dire, prendendo spunto dalle tavole sel Sor Pampurio (celebre personaggio di Bisi sul Corriere dei Piccoli): “Perogatto, arciscontento cambia ancora appartamento…”
    PeroMiao!

  • Luca boschi |

    Ho trovato nella casella personale questo messaggio legato al tema del blog, quindi non faccio altro che aggiungervelo direttamente io!
    “Il giorno 17/gen/08, alle ore 21:12, Matteo ha scritto:
    Sono Matteo di Pisa. Sempre sulla questione del fumetto popolare: ho
    cominciato a leggere Lanciostory e Skorpio, è una azione sensata?”
    Rispondo.
    Caro Matteo, direi proprio di sì. E’ una delle cose migliori che si possano fare in questo periodo. Le riviste della Eura Editoriale continuano a proporre un ventaglio ampio di stili grafici e di temi narrativi che al momento non credo si possa riscontrare altrove in Italia.
    A suo tempo, uno studioso (o studente) di Fumetto poteva rivolgersi alle varie riviste, che erano un po’ approssimativamente definire di élite. Ma tutto questo non c’è più: gli albi della Sergio Bonelli e qualcos’altro (i vecchi Gordon Link o Lazarus Ledd, per esempio) sono perfetti, ma non hanno la scansione in puntate o hanno (dal tuo punto di vista) il problema della monograficità.
    Alcuni autori della Eura, specialmente di scuola sudamericana, sono da studiare con attenzione. Almeno due di loro (Carlos Trillo e Robin Wood) sono fra i massimi sceneggiatori “popolari” in attività a livello planetario, e adottano ritmi narrativi molto in sintonia con quelli dei lettori europei.
    Quindi… Go on!
    🙂
    L.

  • Luca boschi |

    Lei è un galantuomo, dottor Lele!
    Ci conto, che lo segua, che lo pedini!
    Ad majora, sursum corda (come direbbe Giulio Cesare Cuccolini). Ad usum delphini!
    L.

  • Lele |

    Saluti signor Luca Boschi, sono sempre io, il solito scorbutico e antipatico Lele.
    Come vede sto invadendo tutti i blog dei fumetti, però non manco di seguire questo suo, che è il migliore e il più originale.
    Ciao a tutti

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