Questo pomeriggio, alle ore 17,30, a Napoli, presso il Palazzo Alabardieri (Via Alabardieri 38), si terrà un interessante convegno dal titolo “La ceramica italiana del ‘900”.
I temi trattati sono svariati, per affrontare il te-
ma a tutto campo. Si va da una panoramica sulla ceramica artistica in Campania ieri e oggi alla ceramica torinese fra le due guerre. Dalle attività tecniche e di laboratorio, ci si sposta poi sul-
l’argomento del restauro e dei decori.
Ma l’argomento che interessa noi, di questo blog, al pari degli appassionati di disegni animati e fumetti, è quello svolto dall’attento collezionista Aldo Calabrese: “Le ceramiche Disney degli anni Quaranta”.
Come i più forse ben sanno, in quel periodo in Italia era attiva l’azienda artigiana del bravissimo Ugo Zaccagnini (1868-1937), già lavorante presso la Richard-Ginori di Sesto Fiorentino. Dal 1904, Zaccagnini si era messo in proprio per produrre ceramiche d’arte.
Il marchio della “Manifattura Ugo Zaccagnini e figli”, con sede in Via Monte Oliveto a Firenze, raffigurante (con qualche variante) il Monte Oliveto, tagliato da una “Z”, sarebbe stato abbinato ai celebri personaggi di Walt Disney da quando, nel 1938, i figli di Ugo dai nomi Pietro (1891-1954), Urbano (1901-1964) e Prisco (1902-1965) ottenuta la sospirata licenza, cominciarono a occuparsi delle figure all’epoca più importanti. Non si fecero scappare, così, l’opportunità di realizzare la collezione di Biancaneve e dei Sette Nani, le cui vendite presso i facoltosi collezionisti sarebbero state certe, data l’imminente uscita del lungometraggio animato.
Di fatto, le statuette di ceramica furono presentate pubbli-
camente dagli Zaccagnini in occasione dell’anteprima nazionale del film, che si tenne a Firenze presso il Cinema Teatro Verdi. Per la cronaca, la prima serie con questo argomento era firmata per esteso e numerata “W.1” (Walt Disney 1). I nanetti misurano circa cm.15,5 di altezza, mentre Biancaneve raggiunge i 22 circa.
Il principale modellatore e scultore di queste ceramiche è stato Mario Bandini (1908-1979). Dopo il suo lavoro, le ceramiche in terracotta bianca, per ottenere la loro tipica e inconfondibile lucentezza, erano dipinte con una vernice cristallina prima di una cottura a 900°.
Da allora, fino al 1958, molti personaggi di Disney sono divenuti ceramiche Zaccagnini. In questo post ne vedete alcuni fra i più popolari, mentre il Baby Wheems che mostro in questo post non è una ceramica Zaccagnini, come si vede anche dalla lucentezza (trattasi di opera della American Pottery, ci fa rilevare Aldo Calabrese). Il totale delle statuette prodotte si aggira sui centocinquanta soggetti diversi. L’ultimo della serie è il bulldog Raul, interprete secondario del film “Lilli e il Vagabondo” (1955).
Chi possedesse tutte queste ceramiche, oggi, sarebbe un nababbo. O, viceversa, avrebbe dovuto già esserloi in precedenza per permettersi di possederle.
I prezzi delle “figurines” Zaccagnini sono divenuti in fretta proibitivi per un “normale” collezionista di fumetti e memorabilia. Due decenni fa, nella cornice non nobilissima di Porta Portese, mi sentiii sparare un 400 mila lire per un (pur magnifico) Josè Carioca appoggiato per terra sull’asfalto.
Circa un milione, alla fine degli anni Novanta era la richiesta per una composizione di due nani che trasportavano un cesto.
I costi attuali in euro?
Se qualcuno è aggiornato e ce li riferisce ci farà un piacere! Per… cultura generale… 🙂