FANTARELIGIONE A FUMETTI (ovvero, le scoperte di Romano FelMang)

Crist

In libreria c’è una grossa novità: il libro di Pier Luigi Gaspa e Giulio Giorello “La scienza tra le nuvole”, edito da Raffaello Cortina, acqui-
stabile a e acquistabile a 26,50 euro.

Ne parleremo approfonditamente in un futuro non lontano, prima della presentazione ufficiale del libro a cura degli autori in compagnia di Sergio Bonelli (molte volte citato nell’opera) il 27 prossimo ven-
turo.
Di questo libro ho scritto la prefazione.
Per far capire di cosa si tratta, ne riporto un minimo estratto, più o meno lo stesso che è stato ripreso anche nella prima bandella.

«Pier Luigi Gaspa e Giulio Giorello espongono un incredibile ventaglio di casi in cui il cigno del fumetto ha espiato l’ingiusta condanna a brutto anatroccolo, divenendo un tramite efficace e per certi versi insostituibile di comunicazione scientifica. I balloons, così, spiegano esau-
rientemente esperimenti di fisica e chimica, divulgano con disinvoltura informazioni sull’universo o sui mondi dell’“infinitamente piccolo”; addirittura accompagnano per mano i lettori alla scoperta delle vite di importanti scienziati e delle loro ricerche.

Crist031_3 «Se ci sono fumetti impiegati come strumenti di divulgazione, è un fatto ancora più interessante che ve ne siano altri impegnati ad ottemperare alla loro principale funzione di intrattenimento, i quali mentre raccontano quel tal particolare episodio di un eroe, veicolano elementi di conoscenza in modo insospettabilmente corretto, o comunque degno di nota. Gaspa e Giorello ne passano in rassegna molti e ne approfondiscono alcuni, appartenenti proprio all’ambito del fumetto più popolare, che passa dai supereroi nordamericani ai manga giapponesi, toccando il “western” all’italiana di Tex Willer o il cosmo disneyano di Topolinia e di Paperopoli.

«In alcuni casi (questo è il fatto sorprendente), accade che alcuni fumettisti scrivano storie a fumetti illuminate da una luce di profezia, immaginando con le loro intuizioni scoperte o pratiche scientifiche ancora di là da venire. Anticipano in qualche modo la realtà, pur senza poter sperimentare empiricamente l’efficacia o la funzionalità delle loro affermazioni contenute in balloons, didascalie o immagini eloquenti.
«Può capitare che questi fumettisti riproducano senza conoscerle regole e pratiche scientifiche, e che le comunichino al lettore quasi di soppiatto, a tradimento, in una pagina di emozionante avventura o di esilarante comicità. Sono bravi a mettere nel consumatore di comics una “pulce nell’orecchio”, a suscitargli una curiosità, a spingerlo (magari) alla ricerca di un approfondimento.»

Basta così, per ora.

Quello che mi preme sottolineare, adesso, è che nell’opera, documentatissima e nelle sue 400 pagine zeppa di immagini anche curiose e assai rare, si cita anche un’opera a fumetti a suo modo importante, assolutamente singolare ed emarginata sin dal suo nascere, al punto che solo il suo primo albo è riuscito a vedere la luce.
Avvolta in un’aura di mistero, curiosamente questa mini-serie mancata è citata anche nell’ultimo numero di “Fumetto”, indispensabile rivistona dell’ANAFI.
A nominarla è Romano FelMang, appassionato disegnatore di Phantom, adesso pubblicato dalla Egmont in Scandinavia e grande ricercatore e conoscitore di fumettisti e aneddoti che li riguardano.

A proposito di questo fumetto, che si chiama “Crist-031”, lascio a lui la tastiera.

CRIST-031, il primo fumetto fantareligioso!

«Acquistai per caso nel 1975 questo albo, pubblicato dalla casa editrice Universo, con la quale lavoravo in quegli anni. Di questo fumetto fantareligioso non si trova traccia sulle altre pubblicazioni dello stesso editore. La cosa più strana fu che nessuno ne sapeva niente, anche tra i redattori dell’“Intrepido”. Per molti anni mi sono chiesto chi lo avesse disegnato, lo stile mi sembrava conosciuto, ma non ero mai riuscito a capire chi fosse. Gli sfondi erano un po’ “drulliettiani”, sul genere di quelli di Lone Sloane.

Blog_angelo_abbandonato_bertoletti

«Di tanto in tanto qualcuno, conoscendomi come esperto conoscitore della materia, mi ha chiesto chi fosse questo misterioso disegnatore, ma non ho mai saputo rispondere.
«Bene, la risposta a questo quesito l’ho trovata di recente, quando ho acquistato il volume G.Bertoletti “Une vie en rose” pubblicato dalla libreria Bocca di Milano.

Bertoletti

«Già: l’autore dei testi e dei bellissimi disegni di “Crist-031” è proprio Giulio Bertoletti, che io chiamo il Vargas italiano, colui che per anni ha deliziato milioni di lettrici e lettori con le sue stupende copertine per “Grand Hotel” e con i suoi favolosi romanzi a mezza tinta che avevano per protagoniste donne bellissime con le sembianze delle più famose star di Hollywood di quel periodo.

«L’idea di dare ai protagonisti di questi romanzi disegnati le sembianze degli attori hollywoodiani (Robert Taylor, Ava Gardner, Rita Haywort ecc.) fu proprio di Giulio Bertoletti, come confermò lo stesso Walter Molino, grande illustratore anch’egli in forza alla Universo, in una vecchia intervista.
Bertoletti preparò tre albi nel 1974, ma degli altri due non si trova traccia, probabilmente non furono mai pubblicati.»

Romano FelMang.

PS: Naturalmente, “L’angelo abbandonato” è uno dei romanzi (Pre-fotoromanzi) pubblicati da “Grand Hotel” con le mezzetinte di Bertoletti: un genere molto mato da Paul Karasik, per la sua stranezza (nulla del genere è mai uscito negli States).

In particolare, l’episodio a cui sla testata si riferisce compare sul n. 305 del 26 aprile 1952.

  • V. |

    Forse ti riferivi ai romanzi fiume da 200 dispense circa, tutte con la copertina glamour della casa editrice Atlantide? Se ti riferisci ad esse e hai altre informazioni, parliamone 🙂
    V.

  • luca Boschi |

    Già!
    E lo si può richiedere per posta alla Libreria Bocca.
    Il problema è che parla poco della biografia, del carattere, degli interessi, delle scelte artistiche di Bertoletti, grande illustratore poco considerato, probabilmente oscurato dalla fama di Molino e famiglia.
    Ma le immagini sono assai interessanti, e poco comuni.
    Questo tipo di produzione di “Grand Hotel” meriterebbe un approfondimento, Guardare e non leggere mi sembra che sia la chiave. A meno che non si abbiano delle curiosità da sociologo.
    L.

  • Willi Brignone |

    Questo catalogo su Giulio Bertoletti mi sembra molto interessante…

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