O meglio, in realtà l’avete detto!
Non c’è più religione (in senso buono), sia Skiribilla che Fabrizio hanno indovinato alla prima!
Okay, questo gatto gonfiabile si chiamava Maramio (la desinenza si riferisce ovviamente al Formaggino Mio della Locatelli).
Sui suoi regali, sui libretti tascabili ai quali Fabrizio allude, sulle figurine sagomate (con pvc e leggero strato interno di gommapiuma), realizzate dalla società Plasteco di Milano, a suo tempo ho addirittura scritto il testo per un volume-catalogo per conto di Little Nemo (di Sergio Pignatone).
L’uscita del catalogo è stata dilazionata negli anni e spero che avvenga presto, anche perché prevede la pubblicazione dell’intero campionario di queste figurine della Plasteco. Ci saranno sia quelle realizzate per la Locatelli che quelle per altre aziende, nonché per uscite autonome non promozionali in edicola in buste: una enorme collana con personaggi Disney distribuiti a due alla volta dentro bustine di carta (a parte un’eccezionale Speedy Gonzales in Lambretta che aveva poco a che fare col resto della collezione).
Vi posto in ampio anticipo sui tempi stabiliti, una pagina pubblicitaria completa che riguarda le modalità per l’acquisto del Gatto Maramio, ricavata dal n. 43 de “Il Monello” del 1963.
Curioso il fatto che la Locatelli avesse anche in catalogo un formaggino che si chiamava “Provolino”, cinque anni prima della creazione del personaggio.
Il foro da strappo in basso a destra, attraverso il quale si intravede un pezzo di vignetta del fumetto che segue, è dovuto al fatto che in quello spazio della pagina pubblicitaria la Locatelli faceva allegare ai solerti redattori della Universo una figurina animata del Mio disegnata appunto da Jacovitti (fotografato qui a lato nel 1992 in mezzo alle sue tavole del “Giorno dei ragazzi”, circa in contemporana con la monografia che scrivemmo su di lui per i tipi di Granata Press).
Qualche “lavorante” di buona volontà della Unverso, nel 1963 si prendeva la briga di incollare a mano le figurine, una per una, in tutte le copie di questo settimanale dalla gigantesca tiratura. Ma non c’era altro modo per ottenere lo scopo, evitando così anche una costosissima cellofanatura, che all’epoca, peraltro, non era ancora entrata in uso.
Il settimanale costava appena 30 lire, non so se mi spiego, che vuoi cellofana’?
Complimenti a Fabrizio, alla giovanissima Skiribilla e grazie a tutti quelli che hanno partecipato, o vorranno partecipare anche in futuro, a questo quiz.
Ormai le loro risposte non contano, dato che risultati sono già arrivati.
E chi risponderà in futuro non vincerà egualmente un bel niente, come Fabrizio e Skiribilla.
Ma vuoi mettere, la soddisfazione? 🙂