“Ciao Luca.
I miei monaci tibetani. Sembra oggi, invece era l’aprile del 1979.
Un disegno a pennino e ecoline che mi commissionò Cesare Lanza per il paginone centrale del ‘suo’ settimanale Contro. L’articolo era ad opera di Giorgio Medail.
“Un reperto, più che mai attuale come contributo e partecipazione a Amnesty.
Graziano”
Quindi, è d’obbligo aprire con questi monaci il post di ieri notte, ringrazian-graziando.
Il vecchio post così apriva (e procedeva, poi chiudendo):
Dal profondissimo Nord, la mia amica Giulia Srànghero mi manda questo appello di Amnesty International, che posto paro paro.
Se non erro, come ho fatto io stasera anche Luciana Littizzetto si chiedeva (o pensava? Non vorrei aver “superinterpretato” le sue dichiarazioni), perché mai Papa Benedetto, non si fosse messo nulla di rosso, nemmeno un piiiiiiiccolo fazzolettino al momento del suo discorsetto.
Ecco il testo di Amnesty.
A Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese.
Il 25 settembre, circa 300 persone sono state arrestate durante le proteste e tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo d´arma da fuoco e gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono state altre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso.
Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre 50 monaci sono rimasti feriti.Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sono incoraggianti.
Numerosi raid da parte della polizia stanno avendo luogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del Paese, non si conosce ancora il numero preciso dei monaci arrestati e delle persone rimaste ferite.
Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furono uccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressioni contro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto di manifestazione.
ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!
FIRMA L’APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO:
http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar
E INVIA SUBITO IL CONTENUTO DI QUESTA E-MAIL (copia-incolla) AI TUOI AMICI CHIEDENDO LORO DI FARE ALTRETTANTO.
Far sentire la nostra voce in questo momento è fondamentale. Insieme, la nostra voce può diventare più forte e salvare delle vite!
Amnesty International Sezione Italiana
http://www.amnesty.it
L’immagine sopra è la copertina di quel “Contro”, con la cura grafica tibetana di Graziano.