MICROCICCIO SPACCAVENTO

Microciccio

Accogliendo le richieste di alcuni (per non dire molti) webnauti che acquistano e leggono, per fortuna, anche fumetti di carta, cerco di sopperire come posso alle informazioni necessarie ad appassionarsi a quanto sta per uscire in edicola nella collana, in formato XXXL, Cocco Bill e il meglio di Jacovitti, edita con grande successo da Hachette, al punto di editarne un’appendice di altri 25 (in lettere: venticinque) volumi.

Ebbene, sta per essere distribuito da martedì il volume imperdibile di Microciccio Spaccavento.

cover Microciccio

Come in Flash Gordon, anche in Microciccio Spaccavento abbondano le astronavi dalle forme affusolate e stravaganti, i costumi che potrebbero essere disegnati da un modista folle dove si mescolano stilemi medioevali a progettualità (presumibilmente) futuribili. Il tutto in un brulichìo di automi obbedienti e di mostri improbabili, dove le architetture complesse e ansiogene sembrano provenire da una parodia immaginata da Woody Allen.

A suo tempo, la storia, ritagliate e rimontata un po’ alla brava esce nel libro Arcicomiche Stellari, in distribuzione nel gennaio 1978 per conto di De Vecchi Editore, specializzato in manualistica popolare e comunque in libri di taglio disimpegnato.
La grafica del titolo a forma di stella eseguita da Jacovitti deve essere sembrata troppo difficile per il target dell’editore, acquirenti di classe medio-bassa dall’età piuttosto avanzata.
Per questo il titolo viene riscritto, in basso nella copertina stessa, in caratteri ritenuti più leggibili.

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Come nella migliore tradizione del genere, partendo dal despota Ming del pianeta Mongo, sino al Rebo dittatore di Saturno, anche nelle puntate settimanali di Microciccio Spaccavento esiste un potente signore della Galassia (anzi, solo di mezza Galassia: “quarantasei pianeti”, per l’esattezza) intollerante e tifoso della guerra. Non manca uno scienziato pazzo che ammicca al raymondiano dottor Zarkov, e che si chiama Zomar, forse per assonanza con il suo nome.

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In chiusura, due note.

O meglio: tutto il pentagramma nel primo caso, per ricordare Claudio Lolli, cantautore dalla produzione limitata quantitativamente ma profonda qualitativamente, purtroppo conosciuto da un numero abbastanza esiguo di fan, troppo pochi. Al solito, il pensiero corre a Paesi più sensibili del nostro all’arte e alla creatività individuale come la Francia, dove Claudio sarebbe stato valutato in ben altro modo che da noi, dove la superficialità impera (anzi: “divide et impera”, per dire).

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Seconda nota: sfilerà prossimamente qui la galleria incredibile di disegni realizzata dall’ineffabile MassimAHEM, Maurizio Berdondini, lettore DOC dalla mano sciolta, che ha realizzato una lunghissima galleria di omaggi a Popeye ed entourage. Alcuni disegni sono apparsi, purtroppo in dimensioni francobollacee, nella collana Popeye edita dalla Gazzetta dello Sport, la quale si avvia verso la sua conclusione fra un mese circa.

Il disegno di oggi, però, è lupoalbertiano e vede l’artista insieme a un facsimile del sottoscritto. Vale la pena pubblicarlo subito, come apripista.
Grazie a Maurizio e anche a chi ha l’ardire di seguirci nonostante la calura e le altre più attraenti seduzioni della rete.

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Un saluto particolare a Tomaso Prospero e a Sebastiano, prolifici ex-contributors del periodo in cui si poteva chiacchierare con dei commenti tranquilli, senza inquinamenti di troll (oddio: ce n’erano, ma un numero tutto sommato limitato, in confronto a quel che è divenuta la rete oggi, ancora più fognaria, quanto a rete, che nel ventennio appena tramontato).