DALL'INFERNO IN CASA NOSTRA!

Dante's inferno

Correva l’estate 1961, la bellezza di cinquantadue anni fa, quando Pierluigi Sangalli, prolificissimo e velocissimo fumettista in forza nello staff dell’editore Renato Bianconi, tratteggiava alcuni interpreti di una esilarante e longeva commedia nello scenario degli inferi danteschi.

Caronte

Dopo un viaggio in traghetto sui tumultuosi flutti dell’Acheronte, i lettori giungevano ai cancelli del mondo dei dannati…

Portinaio infernale

Qui incontravano vari diavoli, come si vede, disegnati dalla mano di Sangalli, che nopn è stato il solo fumettista di questa saga, tradotta anche in vari Paesi esteri, ma ha disegnato praticamente tutte le copertine del tascabile che li presentava, dei numeri speciali e di quelli in grande formato.

Cuoco di Satana

Il lancio del 1961 era una fiduciosa apertura di credito che l’editore milanese conferiva a una serie divertentissima nata qualche anno prima, e che aveva funzionato bene sulle pagine di vari periodici o numeri speciali, da Volpetto a Trottolino nella “N dimensione”, passando per Salterello e Soldino.

Un eventuale revival odierno di questa singolare banda di personaggi, che ha dato linfa per oltre mezzo secolo al Fumetto Comico italiano, non può prescindere dall’opera di grandi e popolari artisti di Casa Nostra come Giovan Battista Carpi, Attilio Mazzanti, Giulio Chierchini, Sandro Dossi, Luciano Gatto, Alberico Motta, Umberto Manfrin

Tutti coinvolti in tempi diversi e con contributi compositi, a dar vita a un Inferno degno del seminale Hellzapoppin’ (1941)…

Ecco anche il perfido Belzebù.
I personaggi sembrano quasi tutti presenti all’appello…

Belzebù

Mancano i più importanti, e in particolare è assente da tempo

  • Zerbino |

    Ho copiato questo comunicato, che però è sempre pieno di imprecisioni. Possibile che nessuno riesca a scrivere cose con un senso?
    Informatevi, giornalisti!
    In particolare, cosa c’entra questo: “rilevare la divisione Publishing che pubblica Topolino, e altre riviste per bambini come Bambi, Winnie the Pooh e Witch”?
    Topolino rivista per bambini?
    E le altre che sono chiuse e quindi non possono essere “rilevate”?
    Semmai riaperte, se Panini lo deciderà.
    Ma credo sia uno svarione dovuto a superficialità (sono solo fumetti…)

  • Zerbino |

    Retromarcia di Disney Italia e Panini sul trasferimento dei 22 lavoratori della Disney Publishing a Modena.
    A quanto risulta al Sole 24 Ore, ieri in serata la direzione del personale di Disney Italia ha contattato cdr, Rsa, Cgil e Fnsi per comunicare che i lavoratori del settore publishing che passeranno a Panini manterranno la sede di lavoro a Milano. Lo spostamento a Modena non è quindi più previsto.
    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-31/topolino-bloccati-trasferimenti-milano-224338.shtml?uuid=Ab1JaEJI
    Si conclude così con una sterzata all’indietro da parte delle due aziende su una questione che ha generato malumore e causato l’indizione di due giorni di sciopero da parte dei lavoratori della Disney. Alla base di tutto c’è l’accordo preliminare fra la casa editrice Panini di Modena, famosa per le figurine dei calciatori, e la Disney per rilevare la divisione Publishing che pubblica Topolino, e altre riviste per bambini come Bambi, Winnie the Pooh e Witch.
    La Panini avrebbe concordato una licenza di 6 anni per la pubblicazione dei periodici, subordinando però fino a ieri l’operazione alla possibilità di trasferire le attività nella sede di Modena. Dopo le prime indiscrezioni circolate su web e blog, i sindacati hanno avuto alcuni incontri con la Disney a partire dal 17 giugno. Il 26 luglio un incontro con il capo del personale della Panini ha dato la conferma dell’intenzione di trasferire i dipendenti da Milano a Modena.

  • marcello |

    Uffa! Provo a postare, mi dice che l’ha fatto… e va tutto perduto! Programmi di m…
    Comunque, proviamo a spezzare in due il lungo testo e ripartiamo da capo:
    PRIMA PARTE
    Non volevo fare l’accademista della Crusca. Semplicemente, a Siena dove sono cresciuto il termine “ruzzare” era abitualmente usato. In altre parti d’Italia non l’ho sentito, così l’ho attribuito all’uso locale (al massimo allargato alla Toscana). Comunque, in merito la Treccani dice: “Ruzzare, secondo quanto riportato dal Vocabolario on line Treccani «(aus. avere). – Scherzare, giocare rincorrendosi, stuzzicandosi, riscaldandosi, e anche fingendo di lottare e di picchiarsi», è vocabolo di etimologia incerta. Sul DELI (Dizionario Etimologico della Lingua Italiana), si aggiunge che l’origine potrebbe essere onomatopeica, magari già a partire da una supposta forma latino-volgare *rudiare. L’area di primitiva irradiazione di ruzzare è toscana. Oggi la voce è velata da una patina leggermente letteraria.”

  • marcello |

    Scusate, non volevo fare l’accademico della Crusca! E’ solo che a Siena dove sono cresciuto il termine “ruzzare” è (era?) di uso comune, mentre non l’ho sentito usare in altre parti d’Italia. Forse in altre parti di Toscana. Comunque la Treccani ci dice che: “Ruzzare, secondo quanto riportato dal Vocabolario on line Treccani «(aus. avere). – Scherzare, giocare rincorrendosi, stuzzicandosi, riscaldandosi, e anche fingendo di lottare e di picchiarsi», è vocabolo di etimologia incerta. Sul DELI (Dizionario Etimologico della Lingua Italiana), si aggiunge che l’origine potrebbe essere onomatopeica, magari già a partire da una supposta forma latino-volgare *rudiare. L’area di primitiva irradiazione di ruzzare è toscana. Oggi la voce è velata da una patina leggermente letteraria.” E il suo uso in fumetti d’antan non credo debba meravigliare, visto che molti traduttori dell’epoca risciacquavano manzonianamente i panni in Arno.
    Per quanto riguarda Topolino e la Panini, è sospetto questo acquisto mentre la stessa Panini è in vendita, e il richiesto trasferimento dei dipendenti a Modena dà proprio l’idea di volersi liberare di personale che, secondo l’acquirente, probabilmente appesantisce i conti e non facilita la vendita in divenire di tutto l’asset. Come dice giustamente Sauro, nessuno parla degli autori (dato che non siamo rappresentati da nessun sindacato. Colpa nostra? In parte sicuramente sì. I ripetuti tentativi di “associarci” sono puntualmente falliti), che però potrebbero, una volta tanto, provare a contarsi e a contare: oggi la rete consente “mobilitazioni” online veloci ed efficaci. Se volete (io non sono un autore Disney) un “punto d’appoggio” per cominciare a far confluire pensieri e arrivare poi a un comunicato condiviso da far arrivare alla stampa, il mio blog “Associazione Fumettisti” è sempre lì, negletto e semiabbandonato (http://assfum.blogspot.it/). Ci metterò subito la notizia dell’affaire, che faccia da “faro”. Usatelo liberamente. Oppure fate capo alla pagina Facebook di uno qualsiasi di voi. Buona fortuna.

  • Giovanni Capoccia |

    Tutte osservazioni logiche e razionali, quelle di Sauro, un po’ erano anche le mie.Cercando di essere ottimisti, i lati positivi possono esserci, soprattutto per i lettori, non so per i dipendenti e per i collaboratori.
    Ma a noi lettori interessa che escano delle belle pubblicazioni, che non chiudano le testate che ci interessano e che seguiamo.
    Di Winny Puh, Bambi eccetera c’importa davvero poco, o Cip & Ciop e così via. Ma devono resistere Topolino, I Classici, i Grandi Classici (soprattutto), Disney Anni d’Oro… Paperino fatto un po’ meglio, con storie meno ristampate. Paperinik va bene com’è, anche se pure lì… di ristampe ne abbiamo fin sopra i capelli.
    Se poi aggiungono dei “Tesori Disney” fatti meglio di adesso (che non si sa nemmeno più se escono ancora o no) e qualche monografico alla Primaverissima e Estatissima, va bene anche questo.

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