VANDANA SHIVA NON DEVE PARLARE

Vandana Shiva e Diane Disney

Viola Ongaro ci segnala un intervento di Marina Terragni su Vandana Shiva (nella foto sopra con Diane Disney Miller), fisica quantistica ed economista-ambientalista, la teorica più nota dell’ecologia sociale.

Images-3Vandana, che in questi giorni si è trovata in Italia, è conosciuta grazie al successo del suo libro Monocolture della mente (1995), best-seller internazionale.

Da noi si è parlato di Vandana anche grazie al documentario del 2009 di Ermanno Olmi che la riguarda (anche): Terra Madre.

Vi si mostra la raccolta del riso, nei pressi della fattoria Navdanya nella valle del Doon, dove sono custoditi i semi delle varietà locali di riso, tramandati di generazione in generazione, nell’India del Nord-est.

La biografia completa di Vandana, pur con un tot di difetti ortografici determinati da incompatibilità di programmi informatici, si trova qui.

In questa sede basta accennare al fatto che nel 1991 Vandana Shiva ha fondato Navdanya (che in hindi significa “nove semi”): il movimento incentrato su una gestione femminile, dal quale nascono i primi accordi internazionali per la protezione della biodiversità e la repressione della biopirateria.

Nel 1993, Vandana ha ricevuto il Right Livelihood Award, il premio Nobel alternativo.

Questo il blog di Navdanya, e queste le valutazioni di Marina Terragni sull’indecenza di alcuni blateratori televisivi:

Una come Vandana Shiva o una come Ina Praetorius possono andare bene per scrivere libri o per tenere certe ispirate conferenze, allora sì, si possono anche lasciar parlare, ma non devono pretendere di fare politica, non devono voler mettere i piedi nel piatto. Insomma, sono pre-rottamabili.

Perché pre-rottamabili?

Perché con lei se l’è presa in modo indisponentemente arrogante (o arrogantemente indisponente, se preferite), nell’ultima puntata di Ballarò il finanziere Davide Serra, primo supporter di Matteo Renzi, al quale avrebbe scucito, si legge, non mi sembra si neghi, la bellezza di 100 mila euro per le primarie.

Il post di Marina Terragni, nei giorni scorsi è rimbalzato su oltre 7000 pagine di social network, tra Facebook e Twitter, il che significherò pur qualche cosa. La giornalista del CorSera afferma che il duello verbale -lei in studio a Roma, lui in collegamento da Parigi- è stato piuttosto aspro.

Lei ha detto che il problema dell’Italia era “quel signore che parlava da Parigi”, poi ha detto quello che aveva da dire contro la finanza tossica, e ha aggiunto che se viene finanziato da uno come Serra, allora Matteo Renzi è un problema.
Nel senso che fa parte del problema, il neoliberismo, che si sta cercando di risolvere. Nel senso che con lui il paradigma non cambierebbe di sicuro
.

Interessante e meritevole di riflessione, direi.