STRAGE DI STATO… A SUA INSAPUTA?

Bomba_brindisi

Quando la politica si scredita, per colpa di una banda di cialtroni e arraffoni che ha compiuto la sua imbecille razzìa… quando la società civile si risveglia, si confezionano attentati falsi o si individuano gli “utili idioti” che possano farli.

Poi, cominciano a risuonare le bombe.

Devono farlo nel modo più plateale possibile, per favorire le leggi speciali che spazzino anche le ultime tracce di democrazia.

Come dice Don Luigi Ciotti, bisogna usare molta prudenza per interpretare il senso di una delle stragi più infami e orrende che siano state immaginate in Italia dal dopoguerra.

Il vero timer è quello che i soliti mandanti regolano onni vent’anni per colpire l’Italia. Basta fare i calcoli: Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Capaci, Via dei Georgofili e Via D’Amelio, adesso Brindisi.

La solita (metaforica) mano, che alza il tiro sempre di più, quando c’è il rischio che il saccheggio possa avere una battuta d’arresto (e non è cosa, che diamine!!!).

Qualcuno aveva inventato negli anni Settanta la locuzione, ormai data per scontata di “Strage di Stato”.
Si era poi parlato di “Strategia della tensione”.

Sergio Zavoli aveva intitolato una lunga e interessanta serie di documentari per la Rai La notte della Repubblica.

Oggi, epoca del movimento filosofico mioinsaputista, si spera che la definizione calzante non sia quella ipotizzata nel titolo di questo desolato post.

Da Wikipedia:

La tattica FALSE FLAG, o operatività sotto falsa bandiera, è una tattica segreta condotta generalmente da governi, servizi segreti e agenzie d’intelligence, e progettata per apparire come perseguita da altri enti e organizzazioni anche attraverso l’infiltrazione e/o lo spionaggio di questi ultimi. Il nome deriva da ‘false’ e ‘flag’, ossia bandiera falsa.

L’idea è quella di ‘firmare’ una certa operazione per così dire “issando” la bandiera di un altro stato o la sigla di un’altra organizzazione.

Un’operazione ‘false flag’ può vedersi come la versione in grande, strategico-politica, di un falso d’autore, ma non solo: la tattica falsa bandiera non si limita esclusivamente a missioni belliche e di contro-insorgenza, bensì viene utilizzata anche in tempi di pace, come ad esempio nel periodo italiano della strategia della tensione, e copre anche operazioni nelle quali il nemico (definito “l’utile idiota”) viene guidato a sua insaputa verso il raggiungimento di un obiettivo che lo stesso nemico può persino ritenere essere connaturale al completamento della propria missione e/o all’attuazione della propria strategia.

Tavola1-1

Chi è stato? Chi è stato è Stato; Pier Paolo Pasolini l’avrebbe saputo:

Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.

Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.

Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).

Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il ’68, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del “referendum”.

Copertina

La vignetta di apertura è di Marilena Nardi.
La tavola e la copertina dedicate a Giovanni Falcone provengono dal settimanale cattolico per ragazzi Il Giornalino.
La storia Per questo mi chiamo Giovanni è di Claudio Stassi.

Grazie a tutti.