BORT SU FUMETTOLOGICA E NEWS SUI PREMI DI CARTOON CLUB

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In giornate surreali come queste, dove in TV si mette a nudo (finalmente) la stupidità (conclamata) delle maggioranza dei cosiddetti influencer del web, ai quali la psichiatria potrebbe correre in soccorso con qualche apprezzabile risultato, mette conto segnalare un post interessante, da non perdere, su Fumettologica.
Lo scrive Alberto Brambilla, che è una delle anime dello Spazio WOW di Milano, e riguarda un autore dl gruppo dei Disegnatori Riuniti (organizzati a suo tempo da Cassio Morosetti, suo lo Sceriffo Botticella che apre questo post e che segue, sotto, anno 1959).

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L’autore oggetto del post si chiama Bort, ovvero Mario Bortolato, fantastico.
Anche se l’dea delle “Ultime parole famose” della Settimana Enigmistica non è originale (viene da una analoga rubrica USA), l’interpretazione fatta in Italia è degnissima di sottolineatura, indimenticabile per chi l’ha conosciuta.

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Ahinoi, qui a Santorini la linea arriva e non arriva, la navigazione avviene più facilmente intorno alle macerie del vulcano che nell’etere (o quel che l’è). Ma un giro su Fumettologica è consigliato. E per chi sta in zona Milano e dintorni anche un giro alla mostra di Cassio Morosetti e colleghi, luogo in cui, purtroppo, il presente influencer (anzi no, pecchiamo di falsa modestia, diciamo pure raffreddorer) non potrà recarsi.
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Nella foto sopra, ripresa dal post di Alberto, alcuni autori della Disegnatori Riuniti nei primi anni Sessanta. Da sinistra a destra Ernesto Cattoni (con la mano alzata), Mario Bortolato, Cassio Morosetti (in piedi) e Umberto Mannu.

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In mostra, fino al prossimo 30 luglio, lorsignori visitatori troveranno opere di Cassio Morosetti, Gino Barberis, Roberto Casale, Mario Bortolato, Antonio Botter, Adriano Carnevali, Giuseppe Coco, Cesare Bruni, Franco Castellano, Giuseppe Moccia (Pipolo), Ernesto Cattoni, Giorgio Cavallo, Danilo Aquisti, Rino D’Anna, Francesco Putzolu, Guido De Maria, Adriano di Pasquale, Vittorio Galetto, Delfino Galetto, Vittorio Grimandi, Gianni Isidori, Alfredo Malagola, Umberto Mannu, Marzio Lucchesi, Gaspare Morgione, Bruno Prosdocimi, Sergio Toppi, Vittorio Vighi, Giuseppe Zatta.

Un omaggio ad artisti che hanno lasciato la loro impronta nel mezzo secolo della rinascita italiana e… cinque minuti d’intervallo dallo stress della vita quotidiana, ora contaminata dai fashion blogger dell’ignoranza caprina.

Le notizie ufficiali da Cartoon Club, in chiusura: ad Andrea Tosti il XXI Premio Franco Fossati e a Davide Barzi e Alberto Locatelli il XII Premio Fede a strisce

Sono Andrea Tosti, autore del saggio “Graphic Novel” (Tunuè, 2016), e Davide Barzi e Alberto Locatelli, autore e disegnatore di “Don Camillo – La bambina dai capelli rossi” (ReNoir edizioni) i vincitori rispettivamente del XXI Premio Franco Fossati e del XII Premio Fede a strisce “Roberto Ramberti”. Questa sera, nell’ambito della 33a edizione del Festival internazionale Cartoon Club Rimini, si terrà la cerimonia di consegna dei riconoscimenti.
Il premio Franco Fossati, intitolato alla memoria dell’autorevole storico e critico del fumetto prematuramente scomparso nel 1996, è dedicato a testi italiani di storia, critica e saggistica sul fumetto. Tosti è stato premiato, si legge nelle motivazioni, “per la monumentale dimensione di un’opera dal titolo pur icasticamente semplice, intesa a indagare un filone evolutivo del fumetto considerabile attualmente come il livello più maturo della sua capacità espressiva, ed effettuato dall’autore riprendendo fin dalle singole radici storiche ciascuna delle componenti poi confluite nel determinarne l’essenza, tutto ciò nella prospettiva, nell’intento e nell’intenzione di produrre uno studio scientifico idealmente definitivo, benché suscettibile di approfondimenti futuri, configurandolo così in qualche modo come opera aperta”.

Istituito nel 1997 da Cartoon Club in collaborazione con la Fondazione Fossati, associazione nata con l’obiettivo di diffondere l’opera di Franco Fossati e di promuovere ogni tipo di attività culturale legata al mondo del fumetto, il Premio vanta una giuria composta da noti critici ed esperti del settore (Gianni Brunoro presidente, e poi Luca Boschi, Luigi F. Bona, Giulio Cesare Cuccolini, Paolo Guiducci) e si fregia della collaborazione dell’A.N.A.F.I., dell’Anonima Fumetti e del Centro Fumetto “Andrea Pazienza”.

Il Premio Fede a strisce, riconoscimento unico nel suo genere in Italia, viene invece assegnato alle opere che meglio hanno saputo comunicare attraverso il fumetto i valori religiosi. La giuria è composta di critici, autori, giornalisti e operatori del settore.

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Per il Premio Fossati, menzione speciale della giuria al saggio “La seduzione dell’immagine”, a cura di Francesco De Nicola (Gammarò, 2016), “per lo sfaccettato, vigoroso e ampiamente panoramico approfondimento critico su uno dei fondamentali «costruttori» della critica fumettistica in Italia, attivo anche nel metterla sistematicamente in rapporto con gli altri media (quali il cinema, il teatro, lo sport) e attento a dar voce a nuove e giovani energie della critica stessa – funzione esercitata in particolare tramite la direzione della rivista Sgt. Kirk – e infine anche per la zelante documentazione dei principali fra le centinaia di articoli di Claudio Bertieri”.

Per il Premio Fede a strisce, due le menzioni speciali. A Rat-Man di Leo Ortolani (Panini Comics): “C’è un segreto che si aggira per le edicole italiane. L’ultimo ciclo narrativo di Rat-Man è una storia molto religiosa, molto cattolica, molto bella. Quasi tutti si fermano solo al terzo elemento, ma la bellezza si fonda sulla verità, o meglio, sulla sincerità di cuore. Ortolani, attraverso lo scontro finale di Rat-Man con l’Ombra ci svela i suoi pensieri sulla morte, sulla vita, sull’essere genitore, sull’amore che vince su tutto, sulla fede vera e sulle false illusioni. Il tutto con il suo consueto pudore che ne accresce la forza narrativa”.

A Caterina da Siena (Kleiner Flug): “I santi… sembrano così lontani, così distanti, così passati. Oggi chi sono i santi? E chi sono stati in passato? I santi sono coloro che hanno vissuto il vangelo nel loro tempo e secondo il loro tempo, ricordandosi sempre però che il tempo dell’uomo non è il tempo di Dio, e che l’amore di Dio supera ogni convenzione o limite sociale. Ben vengano opere come questa Caterina da Siena, che ci ricordano come essere santi è essere – semplicemente – uomini e donne secondo il progetto che Dio ha per noi. Oggi, come nel passato”.