DYLAN DOG INSEGNA L'ITALIANO

Inevitabile
Inevitabile iniziare con questa versione riveduta di un classico inglese (in lingua originale).
Per conoscerlo a menadito, ecco una delle possibili soluzioni. Impararlo a fumetti.
Ma intanto, parliamo di un argomento contiguo.
edilingua
Edizioni Edilingua organizza l’evento:
“Dylan Dog, Corto Maltese e Julia insegnano l’italiano nel mondo!”
Mercoledì 11 Giugno, dalle ore 17.00 alle 19.00, presso il Museo Wow Spazio Fumetto (che si sta rifacendo l’aspetto), Viale Campania 12, Milano, verrà presentata la nuova collana:
Imparare l’italiano con i fumetti
che vede Dylan Dog, Corto Maltese e Julia nella veste di ambasciatori dell’italiano nel mondo.
Parteciperanno ad una tavola rotonda Telis Marin, direttore di Edizioni Edilingua, Andrea Mantelli di Smack Education, Luca Boschi, storico e critico del fumetto. E’ prevista anche una partecipazione di un rappresentante della Sergio Bonelli Editore.
Tema del dibattito: l’importanza dei fumetti dal punto di vista linguistico-culturale, il successo e l’importanza di Dylan Dog, Corto Maltese e Julia all’estero, la didattizzazione dei fumetti della collana “Imparare l’italiano con i fumetti” di Edilingua.
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Il programma sarà così articolato:
Luigi Bona (sotto con Nonna Abelarda), direttore del Museo Wow: apertura e saluti
Luigi e Abelarda
Telis Marin, direttore di Edizioni Edilingua: l’impostazione editoriale della Collana
Andrea Mantelli, Smack Education: la complessità e la qualità letteraria del linguaggio del fumetto
Luca Boschi, storico e critico del fumetto: Dylan Dog, successo e innovazione.
*Edizioni Edilingua è una casa editrice specializzata e leader mondiale nel campo dell’italiano come lingua straniera.
A proposito delle iniziative dello Spazio WOW, ecco un servizio tratto dal TG de La 7.

Il nostro amico Pirovano all’opera!

L’idea di cominciare con Dylan Dog per un corso di lingua è davvero eccellente.
In effetti, uno scrollone definitivo a quello che per un’ultima volta chiameremo ancora fumetto d’autore, è stato inferto a suo tempo dall’uscita in edicola in data ottobre 1986 dal più importante personaggio italiano del decennio: l’“indagatore dell’incubo” (appunto Dylan Dog), creato da Tiziano Sclavi.
Varandone la testata, la casa editrice di Sergio Bonelli compie un’operazione estremamente importante, che servirà ad attirare alla lettura del medium nuove fasce di pubblico: dai ragazzini che snobbano i troppo poco inquieti personaggi disneyani alle ragazze che non acquisterebbero mai un albo seriale della Bonelli se non vi fosse sopra un bonazzo che assomiglia a Rupert Everett.
Di certo, fra le teens dell’86 motivate a seguire le imprese gotico-malinconiche di Dylan Dog, molte sono state conquistate da piccole dai cartoni giapponesi in tivù… Ritrovano qualcosa di avventuroso e romantico come piace a loro nelle vicende raccontate da Sclavi, sceneggiatore sensibile e profondo che “nelle sue storie mette molto di se stesso, delle proprie idee ed emozioni.”
A essere onesti, l’orrorifico “Dylan Dog” non è il primo mensile edito da Bonelli a presentare storie più complesse, impegnate, smitizzanti rispetto agli storici “Tex” o “Zagor”, nati per un intrattenimento piuttosto spensierato e rivolti quasi esclusivamente ad un pubblico maschile. Gli antieroi Mister No (scritto dallo stesso Sergio Bonelli e caratterizzato definitivamente da Roberto Diso) e Ken Parker (di Berardi e Milazzo) hanno già cominciato a rivolgere la loro attenzione all’interno di se stessi; le loro azioni, anche eroiche, sembrano finalizzate a una migliore comprensione del mondo. 12 In seguito, “Martin Mystère” (che Alfredo Castelli ama considerare il primo albo della nuova generazione di bonelliani) si avvicina ancora di più al mondo delle riviste, flirtando con una buona fetta di quei lettori colti che adesso possono apprezzare le storie del detective dell’impossibile, concepite con un respiro anche più ampio di un albo cartonato francese o di un graphic novel americano.
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“Dylan Dog”, illustrato nel suo primo numero, La notte dei morti viventi, da un Angelo Stano che fagocita e ricrea le figurazioni pittoriche di Egon Schiele, si presenta ben presto come un grosso successo editoriale, al quale contribuiscono anche disegnatori provenienti da riviste come Gustavo Trigo, Carlo Ambrosini o Ugolino Cossu. Come special guest arriva addirittura Micheluzzi, al quale nel 1988 viene riservato il secondo speciale, Gli orrori di Altroquando, prima che il creatore di Petra chérie trasporti con sé lo stesso Sclavi in una occasionale incursione della coppia su “Comic Art” con le avventure del cartoonist Roy Mann, del quale abbiamo già parlato.
Proprio una nuove versione, riveduta e corretta, del primo numero di Dylan Dog viene impiegato da Edilingua per le sue lezioni di Italiano.
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Lo stesso Sergio Bonelli non si spiegava le ragioni della fortuna di Dylan Dog. “Sono il primo ad esserne sorpreso, dato che l’horror non ha mai avuto un buon mercato in Italia. Il pubblico che ama Dylan Dog non è il nostro pubblico classico, anzi tra i “texiani” e i “dylaniani” c’è quasi una sorta di diffidenza, oltre a un certo scarto generazionale. Ai due Fest che abbiamo organizzato, ho potuto conoscere i numerosi fans di Dylan: tutti ragazzi giovanissimi, simpatici, allegri, educati, con una gran voglia di stare insieme. Credo che Dylan Dog sia stato scelto da questi lettori come una specie di carta d’identità. Quasi a dire: “Noi abbiamo lo stomaco, l’allegria e l’ironia per ridere di cose che alle precedenti generazioni hanno sempre fatto paura”. Dylan Dog presenta trame molto difficili da seguire e si può dire che i giovani ne svolgano una lettura personale, diversificata: l’attrattiva che suscita è come un tam-tam nella giungla, misterioso.
Ad esempio Asia, la figlia di Dario Argento, che ne è appassionata, ha ammesso che lei e i suoi amici non sarebbero in grado di raccontarne le storie, ma lo leggono con piacere perché a lettura finita hanno la stessa sensazione che si prova dopo aver fatto un sogno: non si ricordano i particolari, ma le emozioni.”