FRANCO ALOISI, GRANDE SURREALISTA COMICO (parte prima)

BREVI APPUNTI PER UNA PIÙ PRECISA MESSA A FUOCO DI ALCUNI FATTERELLI REALMENTE ACCADUTI A FRANCO ALOISI

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Sin dalla prima infanzia, prima ancora di saper leggere, mi ha colpito molto lo stile di Franco Aloisi, un fumettista (indissolubilmente sceneggiatore e disegnatore) del tutto riconoscibile sia dal punto di grafico che per l’impostazione atipica delle sue tavole, con scenari surreali, astratti, e personaggi che si affacciavano nel perimetro delle vignette come attori caratteristi sul palco di un teatro.

Le due copertine (con retro) di Tiramolla con le quali apro questo primo post, e che sono fornite dal buon Laca Montagliani, sono già abbastanza indicative dello spessore grafico-artistico di Aloisi.

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Con questo grande autore, riservato, lontano dai riflettori, non ho avuto per il momento contatti diretti, ma solo “mediati”.

Su di lui, e sugli anni in cui Aloisi era al lavoro a Rapallo, e poi a Genova, ho sentito parlare da ciascun componente del trio dello Studio Bierrecì (Luciano Bottaro, Giorgio Rebuffi, Carlo Chendi).

Ho riletto e ristudiato praticamente tutta la suo opera, in attesa di continuare a redigere quel monumentale volume (o collana di volumi) che è la storia del fumetto popolare comico italiano: un impegno notevole al quale il presente blogger si dedica da anni e anni (ben prima di aprire questo blog) è che viene continuamente interrotto per ottemperare alle scadenze di altri (incarichi).

Recentemente, tra l’altro, Alfredo Castelli va riscoprendo le grandi, esilaranti storie ideate e disegnate da Aloisi circa mezzo secolo fa, pensano a una loro antologia. Sarebbe bellissimo.

Eccezionali, le storie di Aloisi reggono perfettamente alle “ingiurie degli anni”, fatti salvi alcuni riferimenti che forse oggi appiono un po’ criptici, ad avvenimenti e persone di tanto tempo fa.

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Nell’ormai lontano 2006 ho accennato all’opera di questo grandissimo umorista (e attore, e doppiatore, e pittore) in un volume della collana disneyana, chiusa da tempo, I Maestri Disney.

In particolare, era il volume dedicato alla “Scuola di Rapallo”.

Tra gli alti “passaggi” della descrizione di come la Scuola di Rapallo si era formata e sviluppata, accennavo anche al fatto che, per fronteggiare la grande mole di lavoro richiesta a Luciano Bottaro, soprattutto legata al mercato francese, si era stretto un nucleo di disegnatori ristretto ma molto significativo attorno alla fucina rapallese.

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I primi fra questi sono appunto Franco Aloisi e Guido Scala (foto sopra), il quale si trasferirà per qualche anno in Australia, trasportando anche nei fumetti degli antipodi una qualche influenza grafica ricavata dall’esperienza al fianco di Bottaro.

Aloisi (genovese, classe 1934), che negli anni della sua maturità artistica collaborerà anche come vignettista alle riviste Calandrino, Domenica del Corriere, La settimana enigmistica e L’Europeo, prima di imboccare i sentieri della recitazione e della pittura crea un ampio numero di personaggi comici.

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Roy-pistache-cover Fra questi spiccano Re Pistacchio (sopra nella versione francese come Roi Pistache, e a destra in copertina del Pepito francese), Pietro e Genio, il gorilla Napoleone, Robot-Man, Nicolino e Carmelino, e anche un divertente ciclo con Mefistofele per Chicchirichì delle Edizioni Dardo, deliberatamente ispirato al capolavoro disneyano concepito da poco nella fucina di Rapallo: la “Grande Parodia” Il Dottor Paperus (sotto la prima tavola della seconda puntata), del quale si parla diffusamente, fra le altre cose, nel volume doppio cofanettato, vincitore del Premio Fossati 2013, I Disney Italiani (NPE Editore), curato da Andrea Mazzotta, con autori Alberto Becattini, Leonardo Gori, Andrea Sani e il vosto umile blogger.

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Uno dei primi characters ideati e disegnati da Aloisi, forse ispirato al Marameo (o “Maramao“?) bottariano, è un altro nero felino, quasi omonimo del suo creatore. Si chiama Gatto Aloisio, e compare regolarmente su Salterello, tascabile il cui protagonista è un canguro, anch’esso farina del sacco di Aloisi.

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Quello sotto, invece, è Robot-Man.
Nessuna relazione con la serie di cui posto un’immagine e una strip ancora più sotto, né con l’omonimo personaggio della DC Comics di Bob Haney e Arnold Drake.

Robotman

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Robot Man

Incidentalemente, un grazie a Silvio Costa che ci ha fatto prestito della (bellissima) collezione di questo dimenticato tascabile, al quale appartiene la tavola sotto.

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La vena fumettistica surreale e originalissima dell’autore, che lavorerà come attore cinematografi e televisivo anche con Rossellini, Vancini e Bolognini, mal si attaglia ai canoni disneyani.
Perciò, benché Aloisi faccia un tentativo per adattarvisi, l’ipotesi di collaborazione con Topolino non avrà seguito.

Questo e poco altro scrivevo di Aloisi, riservandomi di raggiungerlo non appena possibile nel suo studio di (rinomato) pittore per intervistarlo ed estorcergli qualche informazione in più sulla sua felicissima (e probabilmente non valutata come si sarebbe dovuto) attività creativa nell’ambito dei fumetti.

Invece, I Maestri Disney ebbe il ruolo inatteso di fatto da ambasciatore, e dopo averlo letto il Grande Aloisi si è fatto vivo di persona anni fa tramite posta elettronica (grazie alla figlia Ionica, che pure ringrazio), spedendomi un po’ di notizie destinate a essere pubblicate in questo blog.

Pietro e Genio

Per i lettori di Ink, la rivista indispensabile diretta da Paolo Telloli, avevamo già inserito in quella circostanza una descrizione in anteprima della vita artistica di Aloisi, derivando in modo diretto dalla sua tastiera: quasi una minibiografia dedicata ai suoi più fedeli estimatori.

Nel prossimo post sul tema, corredandola con qualche illustrazione significativa, la riportiamo così come Aloisi l’ha scritta, senza commenti o interpolazioni.

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(continua)

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Il © delle immagini è dell’autore.

Questo il link alle pagine web di Aloisi.