UNA TARGA PER EMILIO SALGARI

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Oggi, venerdì 7 giugno, alle ore 18,00, in Corso Porta Borsari, n. 7, viene apposto sul muro della casa natale di Emilio Salgari (sopra nella premiatissima raffigurazione di Paolo Bacilieri) un bassorilievo per ricordare il centocinquantesimo della nascita, appena trascorso. L’opera è un generoso omaggio del pittore e scultore Nicola Beber.

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Salgari

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Alla caparbia e determinazione con cui, talvolta in solitudine, egli si è dedicato all’impesa hanno collaborato e contribuito in tanti: il Comune di Verona, la Provincia di Verona, che lo hanno sostenuto moralmente, la Sovrintendenza, che ha autorizzato l’apposizione, l’associazionismo salgariana della Valpolicella, il Consorzio delle Pro Loco della Valpolicella e Vivi la Valpolicella, il Premio di Letteratura Avventuroso “Emilio Salgari”.

Salgari fumetti argentini

Senza dimenticare i condomini della casa natale di Salgari, gli studenti, i genitori e i docenti della Scuola Caliari, frequentata dal giovanissimo e irrequieto scrittore, e, buoni ultimi, L’Excellence Club e la rivista Ilcorsaronero che si sono messi a sua disposizione. Perdonate le eventuali dimenticanze…

Tamburino Salgari

Grazie molte all’amico Claudio Max Gallo per la comunicazione.

Tra parentesi, Max è all’opera per un corposo saggio collettivo con gli atti di un convegno fumettistioco-narrativo che si avvale di interventi di esperti del Fumetto, dell’Illustrazione, della Comunicazione…

Modestissimamente, con un ritardo stra-abissale, il blogger del quale quotidianamente leggete le malefatte ha contribuito con un saggetto su Angelo Bioletto (vignetta sotto).

Castello Cobra Bianco BIOLETTO

Al momento dell’uscita del volume ne riparleremo, probabilmente.

Ma adesso, concentriamoci su Salgari.

I cittadini, i seguaci dei pirati malesi e dei fratelli della costa non possono mancare questo appuntamento!

Luigi Motta e Emilio Salgari

Per concludere, uno scritto di Nicola Beber

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La tigre vive ancora!

Il Decumanus maximus di Verona taglia e organizza a scacchiera le insule della mia antica e amata città. Fondamentale arteria per l’impero romano e le civiltà successive, la via Postumia (attuale Corso Porta Borsàri) correva da Occidente a Oriente…

Per ironia della sorte ho sempre pensato per chi è nato in questa strada con lo spirito del viaggiatore e non è mai partito… percorrendola comunque fino ed oltre l’orizzonte. Avendo abitato a pochi metri dalla casa natia di “Capitan Salgari”, l’ho immaginato più volte alla finestra per affidare al vento le sue parole su pagine che mi sembravano vele spiegate. Il desiderio di realizzare e donare questo bassorilievo bronzeo è legato alla passione per l’opera dello scrittore che è stato, come me, un ginnasta della gloriosa società sportiva Marcantonio Bentegodi.

Sono passati 150 anni dalla sua nascita e questo grande narratore d’avventure non ha ancora ricevuto il giusto riconoscimento dalla sua città. Ho onorato la sua figura con un busto esposto al municipio di Negrar (terra salgariana) con un bassorilievo inviato a Buenos Aires attraverso il Circolo Veronesi nel Mondo

Ma forse è più importante ricordarlo nella strada in cui è nato e vissuto collocando il mio lavoro ad altezza d’uomo affinché tutti possano vederlo. Viaggiatore di carte e di sogni racconterà ora ai passanti le sue avventure con sguardo trasognante rivolto verso il tramonto che s’intravede attraverso i fornici di porta Borsari.

Nel bassorilievo bronzeo è raffigurato il ritratto dello scrittore e sullo sfondo sono incisi alcuni riferimenti alla sua creatività: l’allegoria della scimitarra di Sandokan, la penna che indica la morte nella bandiera dei pirati… Simbolismi ripetuti nella decorazione del voltatesta dello scudo: un veliero, una rosa dei venti, un cartiglio-epigrafe sorvegliato dalla tigre, una rigogliosa vegetazione che avvolge un simbolo esoterico che irradia il Capitano dell’Avventura.

Intorno a lui si librano nel cielo mongolfiere e libri-uccello capaci di conquistare il mondo.
Grazie mio Capitano, che il vento evochi il tuo spirito e la tua insaziabile sete di conoscenza!
Con stima e affetto,
Nicola Beber

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La superappassionata di Alice, Caterina, ci scrive inviando l’immagine salgariana che segue, con un commentto.

Non conosco bene l’opera di Salgari ma sono rimasta colpita da un’illustrazione di Gennaro D’Amato nella quale viene raffigurata una “principessa” addormentata sul dorso di una tartaruga gigante.

Foto

Amanda Palmer discetta d’Arte.

  • Nestore Del Boccio |

    Per delle bizze del computer, solo questa notte sono riuscito ad aprire i link del libro di Castelli sulla storia o nascita del fumetto. Ebbene: anche se ho letto in fretta per l’ora tarda, ho trovato un ottimo lavoro corredato sapientemente con ottime immagini storiche. Un lavoro che merita ulteriori approfondimenti. Sono enunciati una serie di rimandi ai vari periodi storici che testimoniano come il fumetto vivesse sottotraccia nella sensibilità degli uomini. La soddisfazione si è fatta ancora più forte rilevando, da parte dell’autore, la stessa importanza che ho dato in precedenza, all’opera di Töpffer.
    Il libro presenta diverse sfaccettature ampliando lo sguardo sull’uso dell’immagine nelle diverse civiltà . Quindi da leggere. Mi permetto di far presente a Castelli, per il futuro, come ho accennato in altri post, di tener conto degli affreschi di San Clemente a Roma e soprattutto quello della storia del prefetto Sisinno: realizzato intorno all’anno mille. Ancora complimenti!

  • nestore del boccio |

    Tomaso,
    ti capisco bene: ho conosciuto anch’io la miseria di quegli anni. Il cosiddetto miracolo economico era per pochi: molti sono emigrati fino agli anni ’70!
    Di Ivanhoe di Battaglia ho solo qualche numero del Corriere dei Piccoli. Possiedo una bella pubblicazione francese ma in bianco e nero. Quindi, anche se importante, non riproduce il fascino straordinario delle tavole del “corriere”!

  • tomasoprospero |

    Va beh, aspetiamo che il puzzle si componga di tutte le parti che lo compongono.

  • tomasoprospero |

    Nestore, magari avere “I Corriere dei Piccoli di quegli anni.
    Io avevo altro cui pensare, dovevo ingegnarmi per campare, perché negli anni’60 lo stipendio di un insegnante alle scuole medie , non a tempo pieno, era tale da portare a morte certa per inedia.
    Però ero giovane, in mezzo ad un corpo docente esclusivamente femminile, con l’eccezione del prete che faceva religione.
    Ehhh…..

  • tomasoprospero |

    Non parlo di Topo Gigio, perchè questo è un genere,animalesco/comico, che a mio parere non gli si confà.
    Quindi nel 1965 Ivanhoe, tratto da un romanzo che letto nella versione originale fa cadere gli zebedei.

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