ANCORA SULL’ARTE DI SERGIO TOPPI

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Toppi Cdp 29 16-7

Avevamo interrotto il discorso su Sergio Toppi, autore della incredibile vignetta sopra (e della copertina del Giornalino di due anni fa netti), più o meno quando registravamo che, con i buoni auspici di Cassio Morosetti, all’inizio degli anni Sessanta il Maestro (che è già tale, ma ancora tanta strada dovrà percorrere) partecipa a una curiosa iniziativa sponsorizzata dalla società chimica Farmitalia.

Ma prima di proseguire, come si vede nel video sopra, col Direttore de Il GIornalino, Padre Stefano Gorla, riascoltiamci l’intervista registrata un anno e mezzo fa in occasione del lancio della collana di libri Sulle rotte dell’Immaginario, l’opera che ha aiutato i lettori (giovani e non) a: scoprire la storia dell’uomo attraverso le illustrazioni del grande disegnatore.

Incidentalmente, va sottolineato che delle figantografie di Sergio Toppi sono visibili a Lucca, dove fino al 4 novembre, gratis, la mostra “Cose di un altro mondo. Sensazioni e visioni dei viaggiatori lucchesi nel continente africano”, promossa al Comune di Lucca a Palazzo Guinigi, in collaborazione col Museo del fumetto di Lucca.

Genetica

Quella a cui appartiene questa illustrazione/vignetta sulla genetica sperimentale è una lunga serie di cartoline pubblicitarie dal formato piuttosto grande (cm 23×16), che vengono inviate nelle farmacie e nelle aziende di distribuzione farmaceutiche per pubblicizzare le specialità per uso veterinario: prodotti come Fosforilene, Glaucalene, Neocolifarmina, Largactil, Criseocil e così via. L’idea è piuttosto atipica, forse unica.

Quella sotto, invece, è una “barzelletta” di Toppi pubblica sul settimanale Epoca, un annetto prima che iniziasse la sua collaborazione con il Corriere dei Piccoli.
Sono tutti materiali che in rete non esistevano prima di questo post (e se un merito vi ha da essere…).

Toppi - Epoca, 1960

Proseguiamo il discorso lasciato in sospeso più o meno da qui (visto l’interesse dimostrato almeno da IllastrAutori, Corrierino e Cesare Milella)…

Fino a poco tempo prima, Toppi aveva svolto il suo lavoro con gli strumenti e i riferimenti tipici dell’illustrazione tradizionale, di piglio naturalistico.

Aveva anche partecipato a un importante periodico per ragazzi, forse il più popolare e significativo del decennio Cinquanta: «Topolino». Ma qui, il direttore Mario Gentilini aveva richiesto a lui e ad altrettanto illustri colleghi del calibro di Dino Battaglia, Pier Lorenzo De Vita, Enrico Bagnoli, Raffaele Paparella e qualche altro, di tradurre in immagini alcune riduzioni ad uso dei ragazzi di capolavori della letteratura; questa committenza era del tutto slegata dai contenuti umoristici, tantomeno disneyani, del periodico.

Selezione

Tutto nasceva da un compendio di esigenze espresse da Arnoldo Mondadori, che voleva fare del suo fortunatissimo pocket per ragazzi, all’epoca quindicinale, un veicolo di comunicazione educativo o informativo paragonabile ai settimanali come «il Vittorioso» o il «Corriere dei Piccoli», che alternavano le pagine con vignette a varie rubriche e racconti. Il modello mondadoriano era «Selezione dal Readers’ Digest» (che peraltro stampava la stessa Mondadori, e con la medesime macchine tipografiche dell’albo disneyano): una miscellanea di informazioni, articoli e racconti che negli anni Cinquanta andava per la maggiore.
Sotto, la copertina di un numero tutto sommato “tardo”, del luglio 1967.
Come si vede dal sommari, contiene anche un articolo su Walt Disney, scomparso nel dicembre dell’anno prima.

Selezione 1967

Dentro «Topolino», Toppi e gli altri disegnatori avevano il compito di rendere più piacevole e leggibile una sequela di «romanzi condensati», di bignami della letteratura che facevano il verso a quelli assai conosciuti e considerati di «Selezione».

8 romanzi celebri

Per inciso, negli anni Sessanta questi racconti saranno recuperati e impaginati di nuovo in volumi della “Collana Carosello” (il nome coincide solo casualmente con quello della trasmissione pubblicitaria), antologie come 8 capolavori della letteratura per ragazzi (1960) e 8 romanzi celebri (1962).

Nel primo, Toppi è presente con le illustrazioni de “Il principe e il povero” di Mark Twain, condensato da Guido Martina; nel secondo con “Il giro del mondo in ottanta giorni” di Giulio Verne, con la riduzione di Grazia Gabrielli, con “Ivanhoe” di Walter Scott, ridotto da Elena Mignucci e infine con “La freccia nera” di Robert L. Stevenson, sintetizzato ancora da Martina.

Toppi Il MIo Amico 1955 1

Toppi Il mIo Amico 1955 2

Pier Luigi Gaspa ci invia un’altra rarità toppiana: le due illustrazioni sopra, più o meno dello stesso periodo (1955).

Appartengono alle illustrazioni per il Ciclo della Tavola Rotonda apparso in un volume dell’enciclopedia per ragazzi Il Mio Amico.

In quella a colori, in basso a sinistra si intuisce anche
la firma del futuro Maestro, ma che già all’epoca ci dava dentro, se così si può dire. In un altro volume della collana ci sono anche le illustrazioni di Franco Bignotti per argomenti astronomici.

Donnina Toppii

Molto diversi sono i disegni toppiani per Pagot, antidisneyani addirittura per scelta meditata. Infatti, recuperano, rivedendola e correggendola, la linea che negli Stati Uniti si opponeva in modo plateale alla grafica conciliante e dai moduli tondeggianti dei disegni animati delle major hollywoodiane: dalla Warner Bros. alla M.G.M., dalla Columbia alla Universal.

Lo spirito creativo che intriga i Pagot in questo periodo rimanda alla grafica di John Hubley, di Bob Cannon, di Steve Bosustov e compagni: i transfughi dello Studio Disney poi fondatori dello studio U.P.A., che danno vita a cartoons memorabili e sorprendenti come Rooty-Toot Toot (sotto il cartoon per intero), l ciclo del miope Mr. Magoo e il premiato dall’Academy Gerald McBoing Boing.

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In queste pellicole e nelle illustrazioni dei libri ad esse collegati si vedono personaggi con grandi teste; nasi, gomiti e ginocchi a punta; espressioni buffe o sgraziate che non mirano affatto ad accattivarsi le simpatie dell’osservatore. Primeggiano i fondali appena accennati, sgombri come set teatrali d’avanguardia, riempiti al massimo da grandi chiazze di colore o da sagome appena abbozzate di oggetti, di paesaggi.

I bordi dei personaggi, che i disneyani tentano quasi di mascherare spingendo verso un’animazione naturalistica, sono abbozzati con tratti grossi, disomogenei e nervosi.

Toppi - Ipercubo prima puntata

Smussando gli angoli, ma nemmeno troppo, Toppi prosegue sul Corrierino con le sue immagini stilizzate trasportandole ma anche in una storia lunga, a puntate.

Si tratta sicuramente di un fumetto, ma leggermente impuro. A quanto pare, il direttore Guglielmo Zucconi, o forse la proprietà del settimanale, la famiglia Crespi, teme che una sterzata del settimanale tropo mirata sul fumetto vero e proprio sia dannosa, forse compromettente per l’identità stessa del periodico, sino ad allora ertosi a baluardo contro la presunta “volgarità” del medium.

Perciò, la prima storia a fumetti di Toppi, “Zurlì e l’ipercubo”, scritta da Carlo Triberti (che erediterà la direzione del «Corrierino» dopo il saluto di Zucconi), pur accogliendo i balloons nelle sue vignette, propone delle didascalie esplicative ai loro piedi, questa volta in prosa, e non in rima.
La storia dell’ipercubo comincia sul n. 39 del 24 settembre 1961.

Comics

Siamo appena all’inizio dell’attività in vignette di Toppi, e ancora all’inizio della nostra disquisizione sul grande autore.
Che tuttavia, per ragioni varie, interrompiamo di nuovo.

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Sopra, un Batman di Dustin Nguyen, ispirato chiaramente al Maestro milanese (grazie per aver suscitato la precisazione, Fabio D’Auria!).

Sotto, una foto di Sergio scattata dal sottoscritto un paio di anni fa, al fianco di Donatella Buonriposi, già assessore presso il Comune di Lucca e tenuta fuori, poi, purtroppo, dall’assetto successivamente stabilizzatosi. Lo scatto è nel corso di una cena organizzata dal MUF, che precedeva la collaborazione dell’istituzione diretta da Angelo Nencetti con il prestiogioso settimanale cattolico Il Giornalino, che sarebbe sfociata nella pubblicazione dei volumi sull’opera del Maestro.

Sergio Toppi, Donatella Buonriposi

Con l’occasione, il presente blog rivolge i migliori auguri di pronta guarigione ad Angelo, vittima di un infortunio ineffabile proprio all’uscita di quello stesso ristorante.

Presto vogliamo ritrovarti in sella al MUF, è un ooooooooooordine! 🙂