UN SALUTO A MAURICE SENDAK

Sendak anni fa

Altre tristi notizie.

Outside_Over_There_(Maurice_SendakOggi, o meglio ieri, se n’è andato all’eta’ di 83 anni Maurice Sendak, autore e illustratore che ha coinvolto milioni di bambini in tutto il mondo con le storie del monello Max e dei suoi mostri. Ne parlavamo a Napoli con alcuni amici e colleghi, in particolare del celebre libro Nel paese dei mostri selvaggi, pubblicato nel 1963.

Secondo quanto riferito dall’editrice HarperCollins di New York, che pubblicava libri di Sendak, l’autore è morto a Danbury, nel Connecticut, a causa di improvvise complicazioni derivanti da un recente attacco cardiaco da lui subìto.

Le note dell’ANSA su Sendak riportano anche qualche valutazione sullo spessore dell’artista,, Per esempio, si riferisce che molti critici concordano nel sostenere che non sarebbe possible immaginare una letteratura per l’infanzia senza di lui.

I suoi lavori, sviluppati in una carriera durata ben sessant’anni, sono stati tradotti in decine di lingue. Anche se quello del 1963 resta il suo lavoro piu’ conosciuto, Sendak ha scritto e illustrato quasi cinquanta libri, inclusa la famosa serie di Little Bear.

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Medium-giornalone-1973Onestamente, in Italia non è mai stato in vetta alla classifica delle considerazioni da parte degli addetti ai lavori. Più popolari sono stati gli animaletti pelosi di Richard Scarry e, naturalmente, i libri illustrati con personaggi Disney, o con quelli di Hanna-Barbera, per tacere dei tanti, validissimi, illustratori italiani.

Ma il sapiente Giovanni Gandini, già fondatore di Linus, mise qualcosa di Sendak nel 1973 su Il Giornalone: periodico dalla vita effimera per bambini facoltosissimi e un po’ snob, stampato su carta pregiata e dalle dimensioni abnormi.

A lato, la copertina, ridotta ai minimi termini, del numero del debutto del suddetto Giornalone, nel cui menu comparivano fra gli altri anche il minimalista Copi e l’immaginifico Roland Topor. Certamente: è proprio lui l’autore del felino campeggiante in copertina atteggiato alla maniera di Groucho Marx.

A questa pagina, del Giornalone c’è una una bizzarra Descripción:

In folio grande N. 2 – maggio 1973.
Pubblicazione a quotidiano con contributi, tra gli altri, di Roland Topor – “Grucio al ballo”, un episodio del riquadro a fumetti “Grucio cat”, e “Le due torri”, grande tavola a colori a doppia pagina che illustra la scena di una battaglia, con regole per trasformarlo in gioco di società:
“Prendere tre bottoni (…) si mette il bottone dove si spara e si tira con le dita come alle biglie un colpo per volta. Tutto quello che è toccato col bottone è ‘morto’ (.) Quando restano meno di 20 soldati in tutto la battaglia è finita. Ma poiché questa battaglia è stata disegnata da Roland Topor che è un grande artista francese, si può anche non giocare e appenderla alla parete. Oppure comprare un’altra copia del
Giornalone. E fare due battaglie. O due pareti.”; di Maurice Sendak – le prime tavole del suo “Luca, la luna e il latte”, uscito nello stesso anno; e una favola di Umberto Eco, “Il carbonaio e la principessa”.
In buono stato. pp. 12. N° de ref. de la librería 5766

Come sempre divago.

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L’autore ha vinto il prestigioso premio Caldecott per la letteratura per bambini, la medaglia del Newbery, il premio internazionale Hans Christian Andersen Award, il premio Astrid Lindgren Memorial Award e una National Medal of Arts.

Fleming.

Sendak un po' più orajpg

Metreon

Il prestigioso edificio Metreon della Sony, a San Francisco, ha dedicato a Sendak un intero piano con attrazioni in stile simil-Disneyland. Un altro piano era dedicato alla fine del decennio scorso a Moebius (Jean Giraud).

Maurice
Lo scorso 9 aprile, in occasione della tradizionale festa pasquale delle uova alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama ha letto alcuni brani di Nel paese dei mostri selvaggi, simulando la voce dei mostri.

“Chi se ne frega di queste baracconate”, direte voi.
“Perfettamente d’accordo”, replico io. Ma loro sono americani e sono “gente di spettacolo” molto più di quanto non crediamo di esserlo noi, sobrii e in loden quasi sempre, anche alle soglie dell’estate.

Sobriamente, lodenfasciati, estraiamo il revolver dal taschino e ce lo portiamo alla tempia.

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  • Sergio R. |

    Grazie a te! Sempre bello leggerti.
    Sergio

  • Luca Boschi |

    Benissimo, Sergio Ruzzier!
    Grazie per il commenti e complimenti per il tuo blog!
    Luca

  • Sergio R. |

    Arrivo tardi, ma volevo solo aggiungere che di numeri de Il Giornalone ne sono usciti quattro. Anche la mia copia del primo numero e’ tutto tagliuzzata! Avevo cinque o sei anni. Poi, anni dopo, ero passato dallo studio/negozio di Gandini e mi ero comprato tutta la serie.

  • Luca Boschi |

    Ciao, caro omonimo!
    Certo, ho anch’io il primo numero del “Giornalone” con i “gemelli” (o erano solo “fratelli”?) Mantovani. Tutto tagliuzzato. Avevo pochissimi anni, allora. 🙂
    Vero, la carta non è granché, ma bella spessa lo è. Piegando il giornalone in due o in quattro si rovina in zona piegatura, il colore se ne speluzza via allegramente.Credo che quella copertina messa nel post sopra sia una prova del “numero zero”, mai dato alle stampe perché con un posterone del genere anche la prima pagina con la storielletta sarebbe stata eliminata, con un tempo di lettura ancora più limitato.
    Credo che la carta fosse la stessa usata per l’altra rivista folle dell’epoca, “Ubu”, anch’essa grande assai, per me un po’ incomprensibile ma non meno affascinante, e come quella dove Gandini stampava i soldatini disegnati da Guido Crepax per suo piacere personale, tipo “La battaglia di Pavia”.
    Bonne dimanche!

  • Luca Brunori |

    Luca, ho tutti e tre i numeri del Giornalone di Gandini e la prima pagina del n. 1 non corrisponde a quella da te pubblicata. Nella mia copia c’è una tavola, stile Corriere dei Piccoli, con dodici vignette su quattro strisce con didascalie a rime baciate, de “I fratelli Mantovani” di Margherita Saccaro. Sotto la testata, a sinistra: “Il giornale per bambini di tutte le età” e a destra: “N. 1 – Aprile 1973 – L. 500”. Il formato è 44 x 59 e la carta non la definirei pregiata, è simile a quella dei Linus di quel periodo, solo un po’ più spessa.
    Ciao

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