JERRY SPRING E CARLOS TRILLO SU LANCIOSTORY (seconda parte)

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In questo post precedente (riassumo per i distratti) si parlava del n. 23 di Lanciostory, celeberrimo settimanale di fumetti qualitativamente molto significativi, in parte appositamente creati per la testata, adesso pubblicato da Editoriale Aurea Srl. con la direzione responsabile di Enzo Marino e quella editoriale di Sergio Loss.

Tra i cavalli di battaglia come Dago e Martin Hel (senza dimenticare le strisce comiche di Beep Peep), troviamo in sommario anche il western Jerry Spring, stupendamente disegnato da Jijè. Sotto, una cover d’epoca del settimanale belga, con un pittorico Jerry realizzato dal suo autore. La precedono due tavole originali dalla mirabile inchiostrazione.

Divaga che ti divaga, il discorso corre (complice l’intervento di Luca Raffaelli che mi tira in ballo nella rubrica Nuvolette) alle precedenti apparizioni in Italia di Jerry Spring.

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Jijé - Jerry Spring 2

Ed ecco, quindi, il ricordo di Tipitì: nome italiano affibbiato dai traduttori al soldo di Franco Baglioni, responsabile del pocket nel 1962, al biondo e pestifero Pirlouit di Peyo.

Per i giovanissimi lettori lombardi delle avventure medioevali di Peyo, chiamare un “giornalino” (traducendo in modo foneticamente più vicino all’originale) come “Pirluì” avrebbe fatto pensare a un insulto politicamente scorretto, in tempi di “Garanzia Morale” stampigliata con apposito scudetto in copertina dei fumetti per i giovanissimi.

Parte di Jerry

Ed eccoci a una delle prime copertine italiane con il pistolero, riprodotta su Lanciostory. Quella del n. 7 di Tipitì, uscita in edicola il 1° ottobre 1962. Che le cose non funzionassero benissimo per la pubblicazione lo rivela il tentativo della Casa Editrice Dardo di far salire le vendite del quindicinale allegando una busta regalo con varie pubblicazioni arretrate. Fra queste Robin Hood, le strisce di Falco Bianco, Capitan Miki e Il grande Blek, ma anche i primi numeri delle pubblicazioni belliche della Dardo, realizzate con materiale inglese già pubblicato dall’etichetta Fleetway.

In queste buste erano piegati in due i primissimi fascicoli della Collana Eroica (per esempio Fuori uno!, terzo numero, disegnato dal grande Ferdinando Tacconi), pubblicati in formato tabloid prima di venire anch’essi tascabili con l’angolo in alto reciso con un colpo di taglierina affinché fosse palese che di copia arretrata si tratta, non vendibile a prezzo pieno separato dal Tipitì su iniziativa di qualche ipotetico edicolante truffaldino.

Lontano-west-figurina

La seconda attrattiva, per suggerire ai lettori l’acquisto di Tipitì, era l’inserimento di figurine per la raccolta nell’album Lontano West (copertina del primo dei due in apertuna di post).
Come si vede dalla scritta stampata sul retro delle figurine allegate agli albi a striscia di Miki e di Blek, Tipitì veniva “spinto” pubblicitariamente in modo da costringere i lettori dei due personaggi della EsseGesse ad acquistare i pocket per ottenere un quantitativo quadruplo di figurine rispetto a quelle che potevano trovare in un albetto a striscia (dove ce n’erano solo due).
Figu da Falco Bianco

La copertina di Tipitì n. 7 con Jerry Spring non ha il disegno originale di Jijè, bensì quello di Onofrio Bramante, incaricato dalla Dardo di “fare il lavoro sporco” sul tascabile: curare la nuova impaginazione delle tavole, dal formato grande a quello con sei vignette per pagina, disegnare le copertina a tratto (quelle pittoriche, superbe, che da un certo momento in là vengono ospitate, non sono farina del suo sacco; ricordano il Garavaldi della serie di librettti illustrati di Picchiasodo) e addirittura creare una storia nuova, a puntate, quando il materiale acquistato dal Belgio è finito e, poiché i ricavi dalle vendite non soddisfano Casarotti, ci si guarda bene dal rinnovare il contratto per acquistare storie nuove.

Si chiuderà tutto quanto, in favore di fumetti più redditizi per la Dardo.

Guarda caso, la storia nuova prodotta da Bramante è un western ulteriore: I magnifici Sette e Mezzo, che viene somministrata in puntate di diversa lunghezza, in base alle necessità di riempire pagine in Tipitì, e dai titoli diversi.
Sotto, l’apertura del terzo episodio, uscito su Tipitì n. 33 del 1° novembre 1963.

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El muchacho, spalla di Jerry

La spalla di Jerry Spring è un peone messicano apparentabile con quello qua sopra. Si chiama Pancho.

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Ed è lui (colpo di scena) ad aver l’onore della prima copertina dedicata alla serie, mentre Jerry è in secondo piano, quasi non lo si individua.

Compare sul terzo numero di Tipitì, la cui copertina riproduco sotto.

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L’immagine di questa copertina, sotto altra forma, torna di attualità proprio questa settimana, su Lanciostory (vedi sotto).

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Proprio questa era, infatti, la prima avventura di Jerry (anzi, di “Gerry”) Spring in Italia, nel 1962: Yucca Ranch, appena conclusasi su Lanciostory.

Si presentava come sotto si vede.

Yucca Ranch prima pagina.blog

Jijé et Rosy

Ma la ragione principale della conversazione in Nuvolette era il ricordo del caro amico Carlos Trillo, onnipresente nelle pubblicazioni Eura, da Cybersix a Chiara di notte, per citare solo due sue longeve serie.

Nuvolette uno

Decisamente, conviene tornare sull’argomento in un nuovo post, o in più d’uno.
Questo sta davvero diventando elefantiaco.

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