BRAD BIRD VINCE L’ANNIE AWARD 2011

Bradbird

Molti complimenti a Brad Bird, uno dei creativi nel business dell’animazione mondiale contemporanea prediletto da Cartoonist Globale (e dal suo blogger centrale, soprattutto): la sua direzione del Gigante di ferro (The Iron Giant) è stata davvero memorabile, l’opera più significativa di fine millennio nel settore dei lungometraggi animati.

La foto sopra è puramente indicativa, l’Oscar non è il premio che ha appena ricevuto, bensì il prestigioso (ancor più dell’aurea statuetta, se possibile) Winsor McCay Award, come tecnicamente si chiama, dedicato all’arte inarrivabile del geniale papà di Gertie la dinosaura e del ronfante Little Nemo.

Nato come Phillip Bradley Bird (Kalispell, 24 settembre 1957), ragazzo prodigio aniamtoriamente parlando, Brad ne ha già vinti ben due, di premi Oscar per il miglior film d’animazione: uno per Gli Incredibili (The Incredibles, 2004) e l’altro per Ratatouille (2007). Brad ha cominciato lavorando per le più importanti case di produzione di film animati fino al suo ingresso alla Pixar, nel 2004.

Brad_bird

Linda Hunt

John & Brad

Sopra è immortalato con John Lasseter al primo anno del corso di animazione alla CalArts.

Gigante toy

HorleyHome

Francia

Svariume

Dvd

Il video sotto ripercorre alcune tappe della carriera di Brad Bird.
E ha un epilogo inatteso. Vale la pena di vederlo sino in fondo.

Incidentalmente, abbiamo come bonus un simpatico estratto dall’edizione 2010, con le voci originali, americane, di Paolino Paperino e di Pippo De’ Pippis (Donald Duck e Goofy), vale a dire Tony Anselmo e Bill Farmer.

  • Beatrix |

    Ciao, visto che ogni tanto parlate di fatti e avvenimenti “sociali”, legati al fumetto oppure no, vi chiederei di occuparvi della manifestazione delle donne del 13, pardon se entro in coda a questo post con questo argomento.
    Leggo delle cose micidiali in rete, fra i commenti e così via, nei post.
    Leggo di un certo Luca che scrive:
    “dato che non seguo la show-biz.
    oggi sono andato sul wiki di sara tommasi, e leggo, da lei stessa dice…
    «All’inizio non volevo spogliarmi, poi ho cambiato idea. Il seno? L’ho rifatto. Io sono un prodotto da vendere nel mercato dello showbusiness.[4]»
    “ho chiuso e sono uscito…
    saluti grazie.
    va bene ma lei stessa si definisce un prodotto, altro che prostituta questa e Disumanizzante.
    tanto di rispetto a sex workers”

    C’è confusione di idee. Aiutatemi e aiutateci a fare chiarezza, voi e gli altri blog amici,.
    Parliamone.

  • Michele |

    Grazie del benvenuto! Seguo il blog da anni.
    Sottoscrivo ogni parola. Confesso di aver pianto, quando l’ho visto.

  • Luca Boschi |

    Caro Michele, non so (vedendo il tuo indirizzo di mail) se è la prima volta che intervieni. Se sì, benvenuto!
    Ho avuto la fortuna di assistere alla “prima” di The Iron Giant, a fine luglio del 1999, al Metreon di San Francisco, nel cinema di quel fantastico edificio fatto erigere dalla Sony, dove un piano è “appaltato” ai personaggi di Maurice Sendak, uno a Moebius e alle sue creazioni di “Métal Hurlant” e uno al Discovery Channel.
    Quel film fu una sorta di rivelazione. Prima di tutto del talento narrativo di Brad Bird, poi delle capacità animatorie del suo staff(one), che lavorava all’antica su un soggetto non facile, provocando sensazioni che bisognava scavare nel passato per ritrovare di simile intensità. In “Peter Pan”, in “Bambi”… E in più con uno sguardo ai fumettofili (The Spirit, Superman, Mad).
    Uno dei più belli degli ultimi decenni del secolo scorso (e dell’inizio del successivo) e nel contempo uno dei più sproporzionatamente sottovalutati.
    Ciao!

  • Michele |

    Non pensavo che qualcuno la pensasse come me su “Il gigante di ferro” – un film davvero sottovalutato da pubblico e critico. Sono contento per Brad.

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