LELIO LUTTAZZI, IL MAESTRO DI “HIT PARADE”

Mina_Luttazzi La “canzone regina di Hiiiiiiiit Parade” seguiva di diritto all’annuncio e all’ascolto delle due “damigelle d’onore” alla conclusione del programma trasmesso due volte alla settimana dalla radio della Rai (l’unica esistente, prima della liberalizzazione dell’etere): sul primo e sul secondo canale.

Su testi di Sergio Valentini, la voce che ogni venerdì all’ora di pranzo stilava la classifica dei brani più venduti nello Stivale era quella di Lelio Luttazzi, già presentatore del leggendario Studio Uno di Antonello Falqui e Guido Sacerdote, con (soprattutto) Mina; probabilmente il programma più importante (forse a pari merito con Canzonissima?) dell’intrattenimento leggero televisivo italiano.

Il maestro e compositore Luttazzi, che nulla ha a che spartire con Luttazzi Daniele da Santarcangelo (il quale dal primo ha ripreso comunque il “cognome d’arte”), se n’è purtroppo andato la scorsa notte nella sua casa, a Trieste, dove era nato il 27 aprile 1923 e aveva desiderato far ritorno da pochi anni.
Lo ha comunicato alla stampa il suo amico e agente Roberto Podio, ed è la notizia del giorno, per chi si occupa di spettacolo.

Lelio Luttazzi Luttazzi, che aveva 87 anni, è morto alle 2,45 della scorsa notte, assistito dalla moglie Rossana.

In uno di questi “soliti”, miseri post, intessuti di affetto e riconoscenza, Cartoonist Globale lo ricorda con alcune clip rintracciabili nel maremagno della rete, a cominciare da un rilassato incontro con la sua amica e collega di tante serate: Mina.

L’occasione è un programma di Leone Mancini e Lino Procacci presentato (oltre che da Luciano Salce, Pippo Baudo, Mike Bongiorno e Arnoldo Foà) anche da Luttazzi.
Il suo titolo era titolo Ieri e oggi; in questo caso, gli estratti provengono da una puntata del 1969 alla quale partecipava anche Delia Scala.

Una trasmissione facile, stra-imitata da qualche decina di altre, che aveva una sua omologa anche in radio, in onda la domenica pomeriggio: L’altro ieri, ieri e oggi, sempre di Leone Mancini che, in quel caso, per oggettivi limiti di budget, rinunciava a Luttazzi e se la presentava personalmente.
Alla puntata televisiva con Mina si riferisce la foto in apertura di post.

Su You Tube la trasmissione è divisa in tre tronconi, è priva di un bel po’ di minutaggio e degli stessi titoli di testa; ha la qualità di definizione che…si merita. Non è il massimo, ma serve comunque a riattivare il ricordo (a chi ce l’ha, ‘sto ricordo) o a dare una vaga idea del grande personaggio che Lelio Luttazzi è stato, fungendo anche da “modello” di presentatore per molti.

A seguire, ancora dallo stesso programma, Luttazzi è invece con la “pantera di Goro” Milva.

Naturalmente, oggi i media si sono affrettati a coprire la notizia della scomparsa di Luttazzi; ma come spesso accade in questi casi, fra una sbirciata a Wikipedia e una frenetica consultazione dei manuali di Aldo Grasso, gli errori e le inesattezze sio sono sprecate.
Il TG Tre, di solito assai attento a quel che dice, ha attribuito a Fiorello la riscoperta di Luttazzi dopo l’isolamento conseguente alla sua disavventura giudiziaria del 1970.

Ma così non è. Certamente, Fiorello l’ha portato con sé in TV, ma il suo “rilancio” era avvenuto (come accenno sopra) già negli anni Ottanta grazie a Enzo Tortora, anche contrito per aver infierito su di lui e Walter Chiari tre lustri prima, con leggerezza un po’ moralistica, dai quotidiani del Gruppo Monti.

Il percorso culturale e umano di Tortora, che l’avrebbe condotto alla militanza nel Partito Radicale coltivando il lato libertario della sua personalità, gli avrebbe ben presto fatto cambiare idea circa quanto aveva dichiarato su Luttazzi e Chiari all’epoca del Governo Rumor. Inutile dire che la tragedia personale di Tortora, con le vili calunnie e l’arresto spettacolarizzato, aveva dei punti di contatto strettissimi con l’arresto, altrettanto clamoroso subìto appunto da Luttazzi e Chiari.

  • Moerandia |

    “Anche a San Donà del Piave”: lo hanno fatto vedere anche su San Marino Rtv, molto spiritoso.
    Per ragioni anagrafiche non conoscevo un granchè Lelio Luttazzi, ma nei filmati d’epoca è sempre molto elegante e spiritoso …
    Saluti.
    G.Moeri

  • Jenny la tennista |

    Ho scritto su Milva neun commento al post apposito su di lei e la Zanicchi.
    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2010/07/milva-e-iva-zanicchi-su-sponde-opposte.html
    Belli i disegni della Nidasio, a proposito!
    Mi ha un po’ scioccato la dichiarazione abbastanza candida di Lelio Luttazzi, quando diceva nel video sopra che era stato tutto distrutto di quella trasmissione, “Cantatutto”, che Milva chiedeva di vedere.
    Ora, che la Rai faccia schifo è noto, ma che a distanza di meno di dieci anni avessero distrutto un intero programma, è davvero incredibile!
    Ma alcune cose sono state recuperate in seguito, per esempio le scenette di Fraco e Ciccio, che erano in quel “Cantatutto” (lo so perché le ho in un dvd fatto da Marco Giusti).
    Qualcuno ne sa di più su come funzionino questi archivi Rai?
    Grazie, ciao.

  • Leonardo |

    Un mio ricordo, modestissimo, al Luttazzi della mia infanzia televisiva e anche al Luttazzi grande jazzista. Con affetto.

  • Franco |

    Nel tuo Fan Club su FB c’è un bel commento, che condivido, a questo post.
    Lo giro ai lettori, è di Marco Della Croce. E unisco il ricordo mio, per avermi fatto ridere con la canzone “El can de Trieste”, che parodiava in “Doppia Coppi” con queste parole che ricordo:
    “So-lllo se suono il piano, chissà…
    Voi mi farete le feste
    e non soltanto a Trieste,
    e non soltanto a Trieste…
    Se suono il piano, chissà…
    Voi mi farete le feste
    e non soltanto a Trieste,
    ma anche a San Donà – Del Piave…
    Anche a San Donà – Del Piave…
    nche a San Donà…
    E a Bogotà!”
    Grande Lelio, era una persona gentile e colta che non aveva mai accettato di essere stato coinvolto in una storiaccia da cui era uscito completamente pulito.
    Che la terra gli sia lieve, se lo è meritato.
    6 ore fa · Contrassegna

  • Rocco V. |

    Lelio Luttazzi lo ricordo benissimo nei duetti che faceva copn Sylvie Vartan a “Doppia Coppia”, visto in replica sull’allora Secondo Canale, dovrei anche averne delle registrazioni audio: “Ma chi sei tu, diabolica dea, che fai delirare un tipo come me…”
    E ce ne fu una, di puntate, nella quale CANTAVA la Rapsodia in Blu di Gerschwin insieme a Bice Valori.
    Poi ebbe quella brutta avventura con Walter Chiari… Lo recuperò Enzo Tortora su Retequattro (allora della Mondadori) nella trasmissione “Cipria”.
    Un saluto a chi lo ricorda e lo ha apprezzato e tutta la mia vicinanza alla famiglia.

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