UNA STATUA FRESCA FRESCA PER DICK TRACY (E DICK LOCHER ESULTA)

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Il crimine paga?
Penso di no; almeno in Italia paghiamo noi. Negli USA non saprei.
Ai tempi di Dick Tracy le cose andavano un po’ meglio, c’era maggior sicurezza (parlo delle storie a fumetti, naturalmente).
Per ricordare l’epoca della legalità, e dello “sgominamento” certo dei malfattori, è stata eretta eretta una statua al poliziotto di Chester Gould che sconvolse per alcuni decenni i lettori americani e non solo quelli.

Stando sulla notizia, una statua dedicata a Dick Tracy è stata collocata quattro giorni fa in una città dell’Illinois, Naperville, alla presenza dell’attuale disegnatore della striscia, Dick Locher, già vincitore di un Premio Pulitzer, di suo figlio e di un drappello di fans. Li vedete tutti quanti sotto.

La statua si trova in un giardinetto pubblico sul “lungofiume” (River Walk), almeno fino a quando qualcuno non se la fuma. Gli interessati a volare sin negli States, nube vulcanica permettendo, non possono evitare di farsi una camminata sino a Naperville per ammirare questa scultura. L’omissione di ciò sarebbe imperdonabile, quasi un reato.

Sopra, un estratto dal notiziario illinòiico del Canale NTCV 17 che “copre” l’evento dell’installazione.

Marònn!

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  • Sermonti |

    E’ davvero troppo triste che il Nano, il Nanissimo abbia rovinato anche un momento commovente come i funerali di Raimondo Vianello.
    Si tenevano nella parrocchia di Milano due e LUI ha creduto che anche il contenuto della chiesa, con sacerdote e tutto, fosse di sua proprietà.
    Disgusto senza limiti, per il sacrilegio consumato in pubblico, senza pudore. In diretta le telecamere di Canale 5 hanno trasmesso il momento in cui il pluriprescritto ha ricevuto la comunione dal sacerdote. Costui è divorziato dalla prima moglie e separato dalla seconda, e se non bastasse è stato al centro di scandali sessuali che sicuramente non ne fanno un puro (almeno secondo i parametri di Santa Romana Chiesa) eppure non ha avuto alcun problema a ricevere la comunione.
    Perché dunque gli è stato concesso questo privilegio?
    A porre la questione è stato l’avvocato Giuseppe Fabio Fabiani, che ha inviato un telegramma a Papa Benedetto XVI nel quale ha chiesto innanzitutto la possibilità di estendere il privilegio a tutti i divorziati, ma ha anche domandato al pontefice quale fosse il motivo per cui Berluscaz sia stato esonerato dal divieto di ricevere l’eucarestia ai separati o divorziati.
    Don Walter, leggo su “Libero”, il parroco della chiesa di Milano 2 in cui si sono svolti i funerali ha spiegato di essersi trovato davanti nella fila di chi era in attesa della comunione: «Cosa potevo fare, negargliela? Non è certo durante una cerimonia che si può porre una questione simile.
    E poi, il prete che celebra la messa mica può essere a conoscenza dello “stato civile” di chi viene all’altare per prendere l’eucarestia».
    «Ma lei non sapeva che Berlusconi è divorziato?» gli ha chiesto un giornalista del “Messaggero”: «Sì certo, lo sapevo – ha risposto il parroco -. Ma ripeto, non è certo durante una messa che un sacerdote può fare un rifiuto simile a un fedele».
    Verrebbe da chiedere: e allora quando? Resta il fatto che Berlusconi ha operato in tutti i modi per modificare la legge degli uomini a suo vantaggio (il legittimo impedimento docet) e fin qui sembra esserci riuscito.
    Ma almeno la legge di Dio non dovrebbe essere uguale per tutti?
    Ora abbiamo un tizio che sta a Palazzo Chigi non solo immeritatamente, ma anche manifestamente sacrilego.
    Vediamo cosa gli dice Benedetto.
    Voglio proprio vedere se lo scomunica (come dovrebbe) o lo lascia impunito, ‘st’impunito!

  • Sara Muppet |

    Poliziotti e truffe.
    Ve ne cito anch’io una. Per chi fosse interessato a leggere nel dettaglio come è stata impostata la truffa dell’8 per mille, vi passo la nota seguente, che è stata scritta da Cecilia M. Calaman:
    (chi vuole può diffonderla, naturally)
    Ci avviciniamo alla scadenza per la dichiarazione annuale dei redditi e si ripropone quindi, per ogni contribuente, la scelta sulla destinazione dell’otto per mille dell’Irpef: a favore dello Stato, della Chiesa cattolica o delle altre confessioni religiose (Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Chiese cristiane avventiste del settimo giorno, Assemblee di Dio in Italia)?
    Intanto, è bene subito sfatare un luogo comune: il contribuente, con la sua firma, non sceglie a chi destinare una porzione del suo Irpef, ma vota per la ripartizione del gettito derivante dall’otto per mille dell’Irpef di tutti i contribuenti. In parole povere, la scelta di un contribuente con un reddito annuo di 20 mila euro pesa come quella di uno che ha un reddito dieci o 100 volte maggiore.
    Valgono, insomma, le persone, non i loro redditi.
    Il meccanismo di distribuzione dell’otto per mille però contiene un’altra insidia, anch’essa mai pubblicizzata dai media e dallo stesso Stato, che riguarda il modo in cui vengono considerate le scelte non espresse dai contribuenti.
    Attestandosi sul 60% circa del totale, le ‘non scelte’ possono condizionare fortemente la distribuzione del gettito e, in effetti, è quello che succede.
    La ripartizione delle scelte non espresse è proporzionale alle preferenze espresse. Per spiegare meglio il meccanismo, prendiamo come esempio i dati della dichiarazione dei redditi 2001 (gli ultimi noti). Il 60,4 % dei contribuenti non ha espresso alcuna preferenza, il 34,56% ha firmato per la Chiesa cattolica, il 4,07% per lo Stato, lo 0,5% per i Valdesi e il rimanente 0,46% per le altre confessioni.
    A fronte di queste scelte, la distribuzione del gettito è stata la seguente: 87,25% alla Chiesa Cattolica, 10,28% allo Stato, 1,27% ai Valdesi e il restante 1,2% alle altre confessioni.
    In sostanza, chi non firma per destinare quota parte dell’Irpef si affida alle scelte degli altri, generando l’assurdo che la Chiesa cattolica, indicata da circa il 35% dei contribuenti, riceva più dell’80% dell’intera cifra, il cui valore annuo è stimabile intorno al miliardo di euro.
    Una cifra che potrebbe essere utilizzata per l’istruzione, per finanziare la ricerca, o come sussidio al lavoro.
    E’ interessante, a questo punto, capire il perché lo Stato ha istituito il meccanismo dell’otto per mille.
    Dalla entrata in vigore dei Patti lateranensi (1929) e fino alla revisione del Concordato ad opera del Governo Craxi (1984), i preti della Chiesa cattolica ricevevano dallo Stato italiano la cosiddetta ‘congrua’, uno stipendio mensile come risarcimento per i beni confiscati alla Chiesa con l’annessione di Roma al Regno d’Italia nel 1870 che segnò la fine del potere temporale dei papi.
    Con la revisione del Concordato, la congrua fu convertita in quota parte del gettito fiscale annuo, l’otto per mille dell’Irpef per l’appunto, ed elargita dallo Stato alla Cei, alle varie confessioni religiose che ne facessero richiesta o allo Stato stesso per scopi sociali o assistenziali.
    Ogni tre anni una commissione potrebbe rivedere la percentuale di gettito Irpef da destinare, ma finora non è mai stato fatto, nonostante la crescita del reddito degli italiani abbia sempre più ingrossato il paniere (dai 398 milioni di euro del 1990 siamo passati al miliardo di euro del 2008). Inoltre, le lungaggini parlamentari per l’approvazione di nuovi beneficiari fanno sì che la Chiesa cattolica possa continuare ad usufruire in modo significativo della quota delle scelte non espresse che, come dicevamo, sono la maggioranza.
    Ma il contribuente, prima di firmare, dovrebbe anche sapere come viene impiegato questo denaro.
    Lo Stato dichiara di destinare la sua quota di otto per mille a settori di intervento quali la fame nel mondo, le calamità naturali, l’assistenza ai rifugiati, la conservazione dei beni culturali. In realtà non è sempre così, sia perché attinge dall’otto per mille per voci di bilancio ordinarie, sia perché parte della quota per la conservazione dei beni culturali viene comunque devoluta alla Chiesa per il restauro di luoghi di culto. Emblematico è ciò che è successo lo scorso anno.
    Dei quasi 44 milioni di euro di gettito spettanti allo Stato, i 10 milioni destinati ai Beni culturali sono stati devoluti al restauro di immobili ecclesiastici e analoga fine hanno fatto gran parte dei 14 milioni destinati agli “interventi per il sisma in Abruzzo”. Tutte ristrutturazioni che avrebbero dovuto essere finanziate dal fondo “edilizia di culto” compreso nella quota di 8 per mille destinata alla Chiesa.
    Insomma, scegliere lo Stato significa spesso scegliere la Chiesa cattolica, anche se la maggior parte dei contribuenti ne è all’oscuro.
    La Chiesa cattolica. Beneficiaria di oltre l’80% del gettito, è l’unica ad avere i mezzi per una campagna pubblicitaria battente che punta l’attenzione – prima della scadenza delle dichiarazioni – sulla solidarietà e gli aiuti al Terzo mondo.
    In realtà, la Chiesa spende circa il 20% della cifra in beneficenza, circa il 35% per gli stipendi del clero e il rimanente 45% è destinato alla voce non meglio definita ‘esigenze di culto’. Chi crede quindi di fare una scelta di solidarietà casca, anche qui, male.
    L’Unione delle Chiese metodiste e valdesi. I Valdesi destinano tutto l’ammontare della loro quota a progetti di natura sociale e assistenziale e forniscono un resoconto dettagliato dell’impiego dei fondi. Merita menzione la campagna ‘Facciamo qualcosa di laico’ effettuata con i proventi dell’otto per mille del 2008 e dedicata allo sradicamento della discriminazione basata sulla diversità (di razza, di genere). La rimanente cifra è stata impiegata per finanziare oltre 200 progetti, in Italia e all’estero. Due di questi, in particolare, sono per la ricerca sulle cellule staminali.
    Il Sinodo ha stabilito che i fondi ricevuti non siano utilizzati per fini di culto ma unicamente per progetti di natura assistenziale, sociale e culturale. Ha deliberato inoltre che una quota corrispondente al 30% dell’importo totale dei fondi ricevuti dal sistema dell’otto per mille sia devoluta a sostegno di progetti nei Paesi in via di sviluppo “da realizzarsi in collaborazione con organismi internazionali sia religiosi che laici”.
    Le altre confessioni.
    L’Unione delle comunità ebraiche italiane utilizza i fondi per formazione culturale, tutela delle minoranze e attività sociali; l’Unione Chiese cristiane avventiste del settimo giorno per interventi sociali, umanitari e culturali sia in Italia che all’estero; la Chiesa Evangelica Luterana in Italia alle spese di evangelizzazione, agli stipendi dei ministri di culto, ad opere sociali, alle missioni, a iniziative culturali e spese di amministrazione; le Assemblee di Dio in Italia utilizzano l’otto per mille esclusivamente per progetti culturali e di solidarietà, in Italia e all’estero.
    Cosa può fare il cittadino.
    Innanzitutto una scelta oculata e informata, cercando così di ridurre al minimo l’ammontare delle scelte non espresse che condizionano tutto il meccanismo.
    Ognuno dei destinatari dell’otto per mille pubblica su internet le sue ‘intenzioni’, anche se molto spesso poco chiare e, soprattutto, non documentate. In secondo luogo, pretendere che vengano pubblicati in dettaglio i resoconti di impiego della cifra spettante. In terzo luogo, cercare di partecipare attivamente alle numerose inziative che – ad oggi senza alcun seguito – hanno cercato negli anni di abbattere un meccanismo discriminatorio che vede come beneficiario principale un solo soggetto, o almeno di far pressione per inserire nell’elenco delle destinazioni possibili voci di spesa fondamentali che lo Stato assottiglia sempre più.
    Una fra tutte, la ricerca scientifica, vessata da anni di tagli e riduzioni.
    Come se la salute e il progresso scientifico meritassero molta meno attenzione economica di quella elargita a piene mani dallo Stato ai luoghi di culto, per altro di una sola religione.

  • Ennio Albano |

    Si intitola “Il Dio ad personam” ed è un seguitissimo video che tutti possono trovare su You Tube.


    Guardatelo!!!! Il sacerdote doveva rifiutarsi e cacciarlo dal tempio.
    Così, la Chiesa si sarebbe fatta onore, invece ha dimostrato… Ve lo lascio pensare a voi.
    Si tratta solo del video che ritrae Berlusconi sabato scorso a Milano, ai funerali di Raimondo Vianello.
    La telecamera della diretta Mediaset si sofferma proprio sul momento in cui il Premier, ordinatamente in fila per la comunione, riceve l’ostia dalle mani del sacerdote che officiava la messa.
    Questo è uno scostumato proprio, ovviamente non crede a nulla, men che meno alla religione che finge di professare, e i cui dettami viola continuamente.
    Un po’ di decenza, proprio… mai, eh?

  • Sabrina |

    Lo dicono in vari: “odiare i mascalzoni è cosa nobile perché signiica onorare gli onesti”.
    Anch’io la penso così. In Italia ci vorrebbe un bel Dick Tracy, ma non una statua. Sai quante manette ci sarebbe fa r scattare in qualche palazzo che dico io…

  • M. Poltronieri |

    Salute a tutti, è la prima volta che scrivo.
    Buona notizia anche in Italia, dove la legalità, come giustamente si fa notare, non c’è, o è messa a dura prova dal “partito antigiudici”, quegli stessi che farebbero bene a operare, eccome, per sconfiggere chi commette reati e poi si fa le leggi e mette i bastoni tra le ruote ai poliziotti per evitare di finire in gattabuia e di restituire il maltolto.
    Comoda la vita, in Italia, Invidio quelli dell’Illinois, che vi devo dire!?
    Ma fra tante fetenzie fatte da questa gente, oltre alle novità di FareFuturo (che preludono a una destra “normale” e non compromessa con i razzisti e i poco di buono), qualcosa di degno d’attenzione c’è.
    Sappiamo che Bruxelles accusa a tappeto l’Italia per l’eccesso di deroghe sulla caccia, e il governo, infamemente, continua a spianare la strada alla crescita di queste deroghe, fregandosene della natura. Fa l’Attila, come sempre, è la sua natura.
    Ma ci sono alcuni che nel Pdl non ci stanno. Mentre alla Camera si discute dell’articolo che consente di prolungare la stagione venatoria, trenta deputati hanno firmato una lettera indirizzata a Silvio Berlusconi in cui si annuncia il dissenso precisando: “Non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e di 750 mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l’anno e contro qualsiasi specie animale”.
    Questa è già una bella novità.
    Basta con Berlusconi e i favoretti che fa a chi lo sostiene.
    Tra i firmatari: Fiorella Ceccacci Rubino, Margherita Boniver, Flavia Perina, Fiamma Nirenstein e Pietro Lunardi.
    Vediamo come va a finire.
    La misura è colma e in tanti se ne accorgono.

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