RAIMONDO VIANELLO “NON GIOCA PIU'”…

Raimondo Prosdocimii Ho scelto l’interpretazione beffarda di Non gioco più (già hit di Mina) che si vede dopo il salto, per salutare Raimondo Vianello e il suo humour leggerissimo, un po’ all’inglese, indimenticabile. Un approccio sornione apparentabile con quello di Jack Benny che eserciterà un’influenza insospettabile anche su svariati altri attori e umoristi delle generazioni successive. A cominciare da Nanni Moretti, che più volte indicherà in Vianello uno dei suoi attori comici italiani preferiti: un signore per nulla incargonito dalle sorti più fortunate riservate dal Caso ad alcuni suoi vecchi compagni di recitazione.

Vianello è stato per oltre mezzo secolo uno dei volti nobili della Rai, poi involatosi versola televisione commerciale. E anche una delle voci nobili della radiofonia. Oggi nessuno sembra ricordare il suo forte apporto al programma leggero più importante della radio italiana tra gli anni Sessanta e Settanta, il Gran Varietà di Antonio Amurri e Maurizio Jurgens (più tardi anche di Dino Verde con Bruno Broccoli e di Enrico Vaime), che condusse in alternanza con Johnny Dorelli a partire dalla sua seconda edizione, dalla prima settimana di luglio 1967.

Vianello, con lo pseudonimo di Viani, era anche un umorista di alto livello. In tal modo firmò una serie di esilaranti sketches interpretati con Ugo Tognazzi, dove interpretava il Capo Divisione Programmi della Rai alle prese con i vari ideatori di programmi (tutti impersonati da Tognazzi e tutti regolarmente frustrati). Erano gli anni del malgoverno democristiano, della burocrazia soffocante del servizio pubblico, che ancora non si chiamava così. E dell’insofferenza diffusa per questo regime asfissiante al quale Vianello tentava di contrapporre l’antidoto dell’ironia.

Sopra, una caricatura di Vianello mentre gioca al calcio, sua passione (come di oltre metà degli italiani, tutti calciologhi e tutti truffati dalle varie “cupole” che hanno truccato le carte, essendo in buona parte gli stessi che governono il Paese in vario modo). Il disegno è di Bruno Prosdocimi, che l’ha realizzato nel 1968. A quel tempo, Vianello era uno dei volti noti della televisione (e del cinema comico meno impegnato), aveva condotto con Corrado un annetto prima un varietà di successo, Il tappabuchi, e probabilmente era già sotto contratto per la Canzonissima di Marchesi, Terzoli e Vaime, da condurre con le “gemelline tuttopepe” Alice e Helen Kessler e il già citato Dorelli. Con Paolo Villaggio e Gianni Boncompagni responsabili dei collegamenti esterni con le giurie.

Che incredibile gruppo, eh?

Nel video con Sandra Mondaini postato sopra interviene anche il Maestro Marcello De Martino, presente negli show televisivi come alla direzione dell’orchestra radiofonica di Gran Varietà, con la regia di Federico Sanguigni e gli onnipresenti 4+4 di Nora Orlandi.

Sotto, invece, vediamo Vianello con Tognazzi in uno sketch cinematografico di sapore paratelevisivo, tratto dal film Marinai, donne e guai (in una buona copia trasmessa da la 7).

Nato a Roma il 7 maggio del 1922, figlio di ammiraglio, Vianello era cresciuto a Spalato.
Aveva, come svariati suoi colleghi non particolarmente “vaccinati” per fare la fronda al regime nazifascista, aderito alla Repubblica di Salò. Per questa ragione sarà condotto nel campo di prigionia di Coltano, presso Pisa (dove sono rinchiusi, tra gli altri, anche Walter Chiari ed Enrico Maria Salerno, futuri colleghi di Vianello a Gran Varietà e a Studio Uno).

Finita la guerra, il futuro Osvaldo Bracaloni (carrellista della televisione originario di Brozzi, suo personaggio reso celebre dallo Studio Uno di Antonello Falqui presentato da Lelio Luttazzi) viene scelto per interpretare un soldato nella rivista Cantachiaro di Garinei e Giovannini.
Da lì ha origine tutto.

Scorrendo il post con il mouse, si può vedere una foto ingiallita dei primi anni Sessanta con Sandra e Raimondo più o meno nel periodo del loro matrimonio, in questo caso con Gino Bramieri.
Segue una foto con Franco Volpi, tratta da Il signore di mezza etò, show di e con Marcello Marchesi, e infine una foto di Vianello con Mike Bongiorno e Corrado nello show celebrativo di Canale 5 I tre tenori (non venuto troppo bene, diciamolo pure, al di là delle ottime intenzioni, totalmente improvvisato alla “sperandìo” come spesso fa il suo autore, Maurizio Costanzo).

Del 1967, anno dell’avvio della conduzione di Gran Varietà, è anche la caricatura di Walter Molino che posto sotto (un’altra meraviglia, a suo modo, assente dal web), realizzata per la sua rubrica di “faccioni” per il Grand Hotel della casa editrice Universo.

Walter Molino Vianello blog

Sandra, raimondo, gino

Franco Volpi

Tre tenori
Da La Repubblica ricavo due dei tanti commenti fatti oggi sul Vianello attore; quelli che mi sento di condividere di più.

Franca Valeri.
“Raimondo Vianello è stato un grande attore che si è un po’ penalizzato limitando le sue capacità di grande umorista e le sue doti di enorme ironia”. Raimondo era un uomo e un attore un po’ speciale. Avrebbe potuto uscire dal cerchio che si era un po’ creato attorno a lui perché aveva grandi possibilità. Penso che potesse esprimere molto di più di quanto sia riuscito, comunque, a fare. In ogni caso resta un grande attore da rimpiangere”.

Paolo Villaggio.
“Raimondo era un uomo dotato di grande talento. Si è limitato un po’ per prigrizia a fare Casa Vianello rinunciando al cinema. Penso che meritasse di più dalla vita. Ero molto amico di Tognazzi e perciò lo conosco di rimbalzo. Le poche volte che l’ho incontrato ho subito notato che aveva una cultura molto più alta rispetto ai comici della sua generazione. Era una persona educata e intelligente, colta, dalla comicità molto anglosassone. E questa è stata la fortuna di Tognazzi. Vianello infatti gli ha fatto da “comprimario” e poi si è staccato e ha continuato con la televisione.
Quando Tognazzi gli offrì di lavorare con lui nel film Il Vizietto Raimondo preferì continuare a fare Sbirulino e questo è stato un gesto di grande affetto verso la moglie. Grazie a Casa Vianello è stato molto benvoluto dagli italiani che sicuramente lo rimpiangeranno tanto”.

I funerali di Raimondo Vianello si svolgeranno sabato prossimo alle 11, nella Chiesa di Dio Padre a Segrate (Milano). Per volontà dei congiunti, non ci sarà camera ardente.
Dopo le esequie, la salma verrà trasferita a Roma, per essere tumulata nella tomba di famiglia al cimitero del Verano.

Da Cartoonist Globale una nota di cordoglio e di umana simpatia a Sandra, conosciuta in occasione di una mostra delle opere di suo papà, il noto vignettista Giaci Mondaini.

Sandra
Mondaini

  • Cesare Milella |

    Ciao Marcobar,
    volevo chiarire meglio il mio pensiero su Raimondo Vianello e Mike Bongiorno.
    Li ho accomunati non per le idee politiche, ma come potentissime icone
    televisive, presenti ambedue sugli schermi dal 1954, anno di inizio trasmissioni
    delle RAI (Mike con “Arrivi e partenze” e Vianello con “Un,due e tre”) e quindi,
    potevano piacere o no, ma erano presenti un pò anche nella nostra vita quotidiana.
    Anch’io già nel 1994 ebbi subito contezza del nefasto fenomeno Berlusconi
    e sentii come un tradimento lo schierarsi così platealmente di un uomo che
    avevo sempre grandemente apprezzato come Vianello, ma la stessa propaganda
    attiva per il Cavaliere fu fatta nel 1994 anche da Mike, salvo poi accorgersi
    15 anni dopo della vera natura di Berlusconi:


    Naturalmente, al funerale di Mike, Berlusconi si presentò dichiarando che era
    suo grande amico, facendo finta di dimenticare come l’aveva trattato e la
    grande amarezza che gli aveva dato negli ultimi mesi di vita.
    Anche al funerale di Vianello si è presentato solo per mettersi al centro
    dell’attenzione, in cerca del consenso del popolo bue e sicuramente
    infischiandosene del defunto.
    N.B. Bello il tuo sito ho finalmente potuto leggere Ciao, Minnotchka, una
    delle poche storie scarpiane che mi manca.
    Cesare

  • Frate Intuino |

    Per Cesare Milella e Marcobar:
    Ormai (e da decenni) qualsiasi cosa Silvio faccia, dire che fa vomitare è poco.
    E questo è un fatto.
    I suoi ammiccamenti, che fanno parte del suo DNA, non li espellerai mai, sono repellenti, vomitevoli, inqualificabili, ma sono la parte positiva dell’uomo (ometto, suvvia) più ricco d’Italia, il 58mo fra i riccastri del Globo.
    Diciamo che ai tempi dell’inizio dei suoi maneggi in Fininvest, con liquidità quantomeno strana, non era ancora notorio tutto quello che adesso (e da tanti, tanti anni) sappiamo. Mangano, le invettive contro chi denuncia la mafia (e la camorra), la sua eversività quotidiana con continue smentite di quello che sta dicendo prima ancora di farlo, il conflitto d’interessi, il suo sciovinismo, il baratro di non credibilità in cui ha fatto sprofondare un Paese come il nostro che continua ad amare (amo tutti, meno quelli che votano per lui e stanno dalla sua parte, a loro pensa il partito dell’amore, io cosa c’entro?).
    Sono d’accordo con Marcobar sull’impossibilitò di paragonare Bongiorno e Vianello dal punto di vista politico. Eh, sì. Dispiace, dirlo ora, ma dato che avete sollevato la questione, penso che sia corretto dirlo. Ma ora pensiamo alle cose belle, a quello che ha fatto facendo ridere tanta gente e per tanto tempo.
    Un’epoca che se n’è andata. Diciamo così.
    Io avevo smesso di guardarlo da quando aveva lasciato la Rai, ma i suoi sketch della Rai continuano a piacermi.
    Un caro saludecio.
    PS: Qualcuno di voi ha mai visto un film di cui si riparla in questi giorni, dove Vianello, Tognazzi e Walter Chiari erano tre messicani, che cantavano, con i sombreri, tipo i Tre Caballeros?

  • marcobar |

    Mah, però… Mettere insieme, come fa Milella, Raimondo Vianello (volontario convinto della RSI mai pentito di ciò) e Michele Bongiorno (antifascista effettivo all’epoca), è un po’ sorvolare su troppe cose…
    Tutti e due volati a Mediaset, è vero… Però la propaganda attiva che fece per Berlusconi Vianello nel 1994, Bongiorno mica la fece…
    Insomma, a me Vianello comico piaceva abbastanza parecchio, e “Tanto Tito te di tetti ritinti un ‘te ne intendi tanto” resta un punto fermo nella storia dell’umorismo nostrano: ma sul Vianello uomo, cosa non indifferente nevvero, di perplessità me ne restano dimolte e non si possono nascondere.
    E l’avete visto Silvio sorridente davanti alla bara come si prestava ai flash dei fotografi? Un sorriso smagliante mentre abbracciava la vedova e i filippini adottivi… Vomitt, vomitt… 🙁

  • Cesare Milella |

    Ciao Zobeide,
    ti ringrazio per l’apprezzamento dei miei commenti sui personaggi televisivi e
    dello spettacolo che purtroppo non sono più fra noi.
    Quando se ne vanno simili uomini come Raimondo Vianello o Mike Bongiorno
    che ricordiamo da sempre sul piccolo schermo non è retorica affermare che
    perdiamo un pezzo di noi, visto che, con la loro presenza in televisione, hanno accompagnato la nostra crescita e formazione.
    Mi piace ricordarli nelle apparizioni in caricatura del nostro media preferito, il fumetto; nelle riviste contenitore dei primi anni ’70 era decisamente più facile
    travare personaggi noti rappresentati a fumetti rispetto ad oggi.
    Un esempio era la rivista “irripetibile” per autonomasia: il Corriere dei Ragazzi.
    Le copertine del 1972 e dell’inizio del 1973 erano opera di Franco Bruna e
    rappresentavano volti noti dello spettacolo (Mike, Corrado, Baudo, Mina, Celentano,ecc.) e dello sport ((Merckx, Rivera, Riva, gli olimpionici del 1972).
    Nella stesso CdR inoltre venivano spesso e volentieri rappresentati i personaggi
    noti a fumetti nella rubrica Tilt, ad opera di Castelli (testi)
    e Bonvi e Fagarazzi (disegni).
    Un altra rivista dove c’erano storie a fumetti interpretatate dai divi TV era
    “Il Monello”. La serie si intitolava “Le controfiabe di Nonna Nilla” e vedeva ai
    testi il prolifico Alfredo Castelli coadiuvato da Marco Baratelli e ai disegni
    Beniamino Bodini; in questa serie, presentata da un’arzilla vecchietta con la
    maschera di Nilla Pizzi, venivano rappresentate le fiabe o i classici della
    letteratura reinterpretate dai personaggi dello spettacolo con tantissime gag
    divertenti.
    E poi c’era Telerompo, rivista scollacciata e di una satira feroce e graffiante con
    il potere; lì veniva fatta una spietata parodia delle trasmissioni televisive ad
    iniziare dal Telegiornale chiamato Teleballe in cui venivano sbertucciati i
    politici e poi tutte le altre trasmissioni, dalla pubblicità di Carosello agli spettacoli
    di varietà, ai grandi sceneggiati allora trasmessi (indimenticabili le parodie
    dell’Odissea, dell’Orlando Furioso di Ronconi e del Marco Visconti di Maiano).
    Una rivista forse un po’ greve, ma assolutamente libera, probabilmente
    impensabile nell’Italietta ipocrita e bigotta attuale; l’unico esempio di rivista
    basata su sesso e satira ai giorni nostri credo sia “Il Vernacoliere”, ma ha il limite
    della distribuzione solo in Toscana e zone limitrofe e del linguaggio in dialetto livornese.
    Per questo vedo difficile il tuo auspicio di ristampa di questi fumetti così
    politicamente scorretti.

  • Vitaliano Vitali |

    Non c’entra e non vorrei usare un post sul grande Raimondo Vianello per deviare il discorso, ma…
    Ho fatto clic sul nome di Perogatt e ho letto un suo commento, che subito mi è apparso, sulla disorganizzazione di Cartoomics a Milano.
    C’è anche un’idea in fondo al suo poste e qui la riporto.
    Chi ha orecchie per intendere, intenda!
    “Una idea: perche’ non organizzare la prossima PeroWebConvention a Napoli? E perche’ non a Venezia? Oppure tutte e due?… In questo modo chi abita datta Toscana fino alla Sicilia potrebbe essere presente abbastanza facilmente a Napoli e chi abita nelle regioni del nord potrebbe arrivare abbastanza facilmente a Venezia 🙂 Beh, ci penseremo e se mai lo faremo sapere in tempo. Intanto… anche voi potete dire la vostra … :)”

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