CINEMANARA A BRINDISI

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CineManara è un viaggio nell’universo cinematografico di quello che forse è il più noto illustratore e artista del Fumetto italiano, Milo Manara.
Organizzata da Napoli Comicon, la mostra è presentata a Brindisi nel complesso monumentale del Palazzo Granafei-Nervegna; apertasi il 16 luglio, prosegue fino al 27 settembre.

Oggi, 24 luglio, si tiene l’evento inaugurale speciale alla presenza di Manara, che ha realizzato un manifesto inedito per questa esposizione (di cui potete vedere la parte alta qua a fianco e sotto per intero).

L’illustrazione del poster è quantomai evocativa: sullo sfondo, sotto un cielo felliniano è raffigurato il Palazzo Granafei-Nervegna, mentre la ragazza in primo piano fa un brindisi (!).
L’esposizione di tavole originali del maestro veronese centra lo sguardo sul suo rapporto con il cinema e con Federico Fellini. In particolare, la mostra si sofferma sul Viaggio di G. Mastorna detto Fernet, uno dei capolavori firmati da Manara e Fellini.

Come Viaggio a Tulum, apparso nel 1987, anche Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet era in origine un soggetto cinematografico (definito da Vincenzo Mollica “il film non realizzato più famoso del mondo”). La storia è comparsa per la prima volta nel 1992 sulla rivista <em>Il Grifo e avrebbe dovuto svilupparsi fumettisticamente in tre puntate, ma si concluse, con successo e per scaramanzia, alla prima.

Giuseppe Mastorna è un violoncellista che si trova in volo su un aereo, in mezzo a una tempesta di neve. Dopo un atterraggio d’emergenza e alcuni prodigi che gli capitano sotto gli occhi, Mastorna viene accompagnato in un albergo; salito nella sua camera accende il televisore e una giornalista dà la notizia di un disastro aereo senza superstiti. L’annuncio è dato in tedesco, lingua che Mastorna non capisce, fatto sta che per lui è già cominciato il viaggio nell’aldilà…
Tra le altre opere in mostra, uno spazio è dedicato ai disegni dedicati ai capolavori di Fellini realizzati per la nave da crociera Costa Atlantica.
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Di Fellini, Manara parla anche in un’intervista raccolta a Giffoni Vallepiana da Mattia A. Carpinelli, e riportata sul sito dell’Espresso.

Ecco le sue parole:

Se parlo di Fellini, inevitabilmente parlo del suo cappello. In particolare ci sono due episodi. Il primo è legato alla lavorazione del Viaggio a Tulum. Eravamo in Messico e stava salendo su una piramide quando ad un tratto il cappello cade giù. Ridiscendemmo e lo trovammo su un’auto. Poi arrivammo in un albergo ed un signore, Tobia, ci venne incontro e disse a Fellini “la stavamo aspettando” e lui “non è possibile”. E gli porse un pezzo di stoffa del cappello. Il secondo invece accadde a Roma. Andammo a mangiare sui castelli. Eravamo sul grande raccordo anulare a bordo di una jeep.
Il cappello volò via. Fu un operaio a bordo di una vespa a riportarcelo.